Wednesday, April 30, 2008

Separati dalla nascita



Chi sono i veri Shrek e Ciuchino ?
Accetto scommesse...

Thursday, April 24, 2008

Fegati

Dopo essermi mangiato il fegato per tutto il mese adesso vado a mangiare quello di qualcun altro..toscana, mitica patria dei crostini neri. Tre giorni di cibo in mezzo ad uliveti, borghi medievali, suggestioni etrusche. E ancora una volta nel lusso piu' completo: http://www.labandita.com/ (per chi volesse seguirmi , o anche solo volesse sognare).
Baci, ci si sente al mio rientro. Preparatemi il caffe', vi aspetta una partita di chiacchiere

Thursday, April 17, 2008

TRENI CHE PASSANO


Strana cosa ritrovarsi cattivi per necessita'. E' perfino buffo sentire la propria voce aumentare di volume e nello stesso tempo avvertire una strana freddezza salire dal cuore che ci fa sentire spietati. Gia', c'e' un senso di potere nella forza delle proprie parole, nel vederle ferire,affondare con tutto il loro peso distruttivo nel cuore di chi ti ascolta.

E' un senso di soddisfazione effimero. Ci si ritrova le orecchie color fuoco, le guance roventi e la voglia di urlare. Un urlo sordo, dentro di se', a quella parte di noi che vorrebbe quasi piangere spaventata da cio' che siamo diventati. Il senso di avvilimento che si prova nell'ottenere qualcosa solo se preteso, nel dovere essere qualcuno che non si e' solo per non mostrarsi deboli.

C'e' chi dice che l'aggressivita' e' il miglior paravento della debolezza. Per me non avviene con coscienza: quando malauguratamente mi ritrovo alterato e' solo per necessita'.

Ci sono anch'io.

E anch'io ho le mie sante ragioni, e adesso mi stai ad ascoltare.

Ma quando hai finito non guardarmi negli occhi, perche' sono svuotato. E stanco. Con problemi di ogni tipo, guai che non scivoleranno dalla pelle molto facilmente.

Una caldaia rotta, le spese straordinarie della tinteggiatura, due macchine sotto sequestro, e una stanchezza mentale atavica. Cosi' quando arriva il mio treno devo chiamare un amico al telefono, per strappare una risata. Cosi' sono sicuro di prenderlo dalla parte di sopra.

Wednesday, April 16, 2008

VISITORS

Giulia Bassi, nel recensire su di un giornale locale il Fidelio diretto da Claudio Abbado, menziona tra le "personalita'" presenti in sala Red Ronnie. Segno dei tempi. Ho addirittura pensato si fosse trattato di un abbaglio, visto che domenica sera in sala era presente Marco Tutino (sovrintendente del TCBO) che con la sua palandrana nera stile Matrix poteva avere col rosso giornalista una qualche somiglianza. Un paio di sms per chiarirsi le idee hanno confermato la presenza di Red Ronnie in sala martedi' sera ; includerlo poi tra le personalita' presenti mi sembra onestamente assai deludente. Ma il sig. Tutino lo sa bene,essendo meno pop(olare) di Red Ronnie : per farsi notare bisogna addirittura salire sul palcoscenico, cosi' come ha fatto domenica pomeriggio al Teatro Duse prima del "The Beggar's Opera". Manie di grandezza, o malcelato desiderio di popolarita'. Essere narcisi non e' un peccato, e ve lo dice uno che se ne intende ( !!! ) , l'importante e' ESSERE (vip) anziche' solo APPARIRE tali.
Ma attenzione: tra i volti "noti" che gravitano da un po' di tempo nella mia vita, il mio blog ne ha scovato qualcuno. Ricevere ad esempio una mail da Alex Esposito, basso-prodigio gia' in odore di santita', mi ha riempito di gioia e nello stesso tempo gettato nel panico: realmente le parole hanno un peso, e una loro visibilita'. Cosi' come la presenza di una nuova amica-visitatrice tra le pagine del mio blog mi riempie di curiosita' e di invidia : Mamikazen (nickname di una mamma vulcanica) trasuda intelligenza e simpatia da ogni poro. E immediatamente sorge una domanda: dove trova una mamma prodigio il tempo per aggiornare il suo blog cosi' frequentemente ? Per un padre in carriera (senza figli) come me, con ore passate in treno da perfetto pendolare a riempire sudoku,leggere notiziole di gossip su giornali gratuiti, con tonnellate di lavoro che lo aspettano in ufficio e altrettante tonnellate di arretrato in campo affettivo con la moglie, non e' facile dedicare tempo ad un meraviglioso giocattolo come il blog.
Anche ieri sera -ad esempio- il mio slancio creativo e' stato soffocato dall'uso di una minivasca idromassaggio per piedi (comprata al mercatino dell'usato all'incredibile prezzo di 15 euro) che ha catalizzato tempo, energie e un gran numero di asciugamani per tamponare l'acqua che si levava dal terribile oggetto. Come si fa, allora, a raccontare di sabato scorso, quando un anonimo cliente venuto a noleggiare un'auto si e' rivelato essere nientemeno che il general manager della Mahler Chamber Orchestra ? E come raccontare del suo straordinario dono di un biglietto in platea (costo euro 200) regalatomi per permettere a mia moglie di assistere al Fidelio-Abbado ?
Ma il lettore usi ancora una volta discernimento: la signora (stanca di un pomeriggio lavorativo) era piu' attratta dalla pizzeria al lato del teatro alla fine dello spettacolo che da tutto il resto. Ricorda un po' la storia di quei poveri genitori, che portando il proprio pargolo a Gardaland e spupazzandolo per otto ore filate sulle giostre, si vedono tenere il muso perche' non gli hanno comprato lo zucchero filato all'uscita del parco.
Eppure le tengo volentieri la mano mentre assistiamo a due (ripeto DUE) matrimoni nello stesso giorno. L'amica Valentina al mattino, e il cugino Alec al pomeriggio, hanno fatto il grande passo.
Alla mente pero' vengono in mente le parole del mio assistente: " Il matrimonio e' come una citta' assediata: chi e' fuori vuole entrare, e chi e' dentro non sa piu' come uscirne".
Chissa'.

Friday, April 04, 2008

Non stop EXOTIC cabaret


La parola esotismo potra' ricordare a qualcuno la visione di mari lontani, sabbie bianchissime e palme ondeggianti. A me ricorda una vetrina di anatre laccate di un ristorante cinese, in quel di Londra. Quel senso di unico, lontano e diverso che trovavo ogni volta che riuscivo ad oltrepassare la frontiera, a partire dalla lingua; quel senso di fascinazione che mi faceva stare davanti alla radio quasi ipnotizzato nel sentire un universo diverso da quello conosciuto; lo stesso senso che aveva gia' formulato in me il desiderio di diventare "da grande" un benzinaio sulla Costa Azzurra o un postino a New York (pazzia ? si', ma almeno piu' fantasioso del solito astronauta o calciatore).
Bene, ahime' tutto cancellato dal tempo, dalle invasioni (barbariche ?) che hanno unificato tutto e tutti, che hanno reso il diverso qualcosa con cui fare quotidianamente i conti magari con un senso di malcelato fastidio. E' un appiattimento di emozioni quello in cui viviamo, in cui le culture si sovrappongono perdendo connotati di unicita' e venendo meno inevitabilmente alla propria identita'.
Eppure un piccolo brivido lungo la schiena e' ancora possibile. Ho scoperto, ad esempio, che a Bologna esiste una vera e propria Chinatown ad uso e consumo di una comunita' locale in forte espansione; i soliti brutti ristoranti cinesi pieni di lanterne rosse ne fanno da inevitabile vetrina, ma qualcosa serpeggia al di sotto del turismo in cerca di involtini primavera. E cosi' eccomi, senza volere, nel ristorante piu' furiosamente cinese che abbia frequentato da anni. Pesanti drappeggi rosso cremisi pieni di polvere, traballanti paratie che hanno vissuto tempi migliori, tavoli instabili con piatti sbeccati e bicchieri velati. Il tutto all'interno di un ambiente enorme, con immensi lampadari, simboli inequivocabili di un fasto lontano. Immediatamente balza alla memoria un pranzo domenicale nel piu' grande ristorante cinese di Londra, in un enorme salone pieno di festose famigliole con gli occhi a mandorla pronte a trangugiare zuppe bollenti dalle loro grosse ciotole. Tra i tavoli, in abito tradizionale, agili e veloci cameriere si aggiravano con i loro trolley pieni di panierini in bambù da cui emergevano invitanti ravioli al vapore. E ancora: New York City, un ristorante tra i tanti in un piccolo vicolo, dove centinaia di occhietti cinesi tra lo stupore e la curiosita' accompagnavano l'ingresso degli unici occidentali del locale. La sensazione e' simile.. io e l'amico Remo siamo gli unici avventori tra agitati cinesi che si lanciano ridicoli insulti e bestemmie in un improbabile italiano (l'immancabile elle al posto della erre rende la scena irresistibile..sentirsi dire "blutto stlonzo" non puo' che far schiattare dalle risate). Cosi' poco importa se la nostra cameriera (in ciabatte ortopediche) sembra la maitresse di una casa di piaceri orientali, poco importa se i miei piatti traballano in un precario equilibrio su di un tavolo altrettanto instabile, l'importante e' che la zuppa arrivi in proporzioni industriali dentro la sua ciotola fumante, che il vociare in sottofondo sembri appartenere piu' alle triadi mafiose che a tranquilli gestori di ristorante, che tutto trasudi di un fasto lontano anni luce in un'atmosfera di inevitabile e fascinoso declino.
Qualcosa tiene viva la memoria di momenti perduti, di esotismi a buon mercato vissuti nei miei anni di massima curiosita' (e giovinezza). Ero avido di cose nuove, diverse, lontane...ora le ho sotto casa con tutta la loro disarmante omogeneita'.
Chiudo gli occhi, e continuo a sognare.