Thursday, March 20, 2008

Un'idea


Che Pretre abbia un gesto difficile da comprendere appare chiaro anche agli ascoltatori. Diminuendi e accelerati non sempre lineari e comprensibili. Eppure, a discapito di ogni cosa ( musicisti disorientati e cantanti severamente disciplinati con gesti stizziti della bacchetta) la Messa da Requiem ascoltata al Teatro Comunale di Bologna e' stata un piccolo evento. Tifo da stadio, come ai vecchi bei tempi. Allestimento semiscenico di Pier'Alli con una piccola geniale trovata: il coro nascosto dietro un velo, di cui appare solo il viso essendo disposto su gradoni che salgono in verticale. La visione e' quella di volti (pallidi) che cantano. E scatta una lampadina: che Turandot meravigliosa si potrebbe fare ! I visi illuminati dal chiarore lunare, teste mozzate per la crudelta' della principessa, in un fondale nero. Nessun movimento, solo note di dolore nell'immobilita' piu' totale. Basta con quei tormentoni degni da ristorante cinese, quelle lanterne di carta che fanno tanto involtino primavera. Just singing heads (che qualcuno l'abbia gia' fatto ?)

1 MINUTO


Hai 1 minuto da dedicarmi ?
Bene, ti racconto la storia della mia vita. Piena di cose che hanno fatto battere piu' forte il cuore , ed altre che lo hanno fatto ammalare. Come tutti, dirai.
Si', ma credo che quel "delittuoso" desiderio di amore, di cui parla una delle canzoni che hanno avvelenato in dosi massiccie la mia esistenza, abbia spesso generato delle piccole devianze dai pericolosi risultati. La mia curiosita' per le persone, ad esempio. Il desiderio di entrare nella loro vita, in ogni senso, per coglierne l'essenza, la fisicita'. Un malcelato senso di invidia, mescolato alla frustrazione di essere per loro lontano, un estraneo. Non e' solo l'adolescenziale necessita' di essere "incluso" nel gruppo, qui c'e' una sofferenza muta di non potere essere tutto a tutti.
Che si esprime attraverso la necessita' della scrittura, la finzione di un ostentato buonumore, la creazione di un gradevole personaggio privo pero' di uno specchio reale su cui riflettersi e confrontarsi, della possibilita' di capire e capirsi.
Nulla di nuovo, dirai. La solitudine e' spesso la causa principale del mal di vivere. Ma come spiegarti i mostri creati da una sensibilita' eccessiva che mi fa vivere spesso in uno stato di palese insoddisfazione ? Capisci cose vuol dire sentirsi inadeguati ? O desiderare sempre di essere la' dove non si e' ?
Infelice ? NO. So bene che la felicita' non e' qualcosa che ci e' dovuto, come se il mondo si risparmiasse qualcosa nei nostri confronti e bisognasse lottare per ottenerla ad ogni costo. Bisogna solo fare poco rumore, accettando le buone piccole cose di cui la natura ci circonda.
Ma e' triste realizzare che dentro di se' si ride poco.
Volevi date, avvenimenti, situazioni ? Amico caro, questo e' un blog, non l'ufficio dell'anagrafe.
Cosi' porta pazienza, e passa oltre.
Con affetto
Marco