Tuesday, August 16, 2011

cinismo e candore


ROF 2012

"Cari spettatori che avete fatto "buuh", questa volta il pezzo e' solo per voi" (Carla Moreni, incipit della recensione al Mose' in Egitto, Sole 24 ore del 14 agosto)

Io alzo la posta in gioco e rilancio:
"Cari lettori che avete letto la recensione di Carla Moreni, questa volta le mie parole sono per voi. " Perche' se e' vero che lo spettacolo di Vick e' molto interessante e' altrettanto vero che nel decalogo della Moreni per rivalutarne la regia ci sono parecchi buchi neri. Partiamo dal primo "comandamento": a teatro si dorme molto,dice la giornalista, mentre nessuno durante la rappresentazione del Mose' si e' distratto nemmeno per un istante. Vero,ma non e' facile assopirsi quando hai un fucile puntato a cinque centimetri dal naso. L'idea che uno spettacolo di forte shock emotivo possa smuovere la staticita' del teatro d'opera puo' anche trovare la sua ragione d'essere, rivalutandone la contemporaneita' e la sua prepotente attualita',ma provocare disagio e tensione e' tollerabile, offendere no. Verso la fine del terzo atto una coppia di anziani si e' alzata uscendo dalla sala,non reggendo piu' alla violenza dello spettacolo; bene, sono stato investito da una vera e propria ondata di dolore. C'e' chi forse non accetta la posizione che non esistano vinti o vincitori, che il fondamentalismo si annidi da entrambi gli schieramenti, ma al di la' di inutili spiegazioni per concedere credibilita' all'operazione registica quello che fa star male e' che la prepotenza con cui viene esibita la storia puo' arrivare a ferire, e anche profondamente. Cosi' , quando si scorge un passeggino rovesciato sulle macerie intrise di sangue, quando si vede un muro di fotografie di persone scomparse con numeri telefonici dei parenti sconvolti ,o altre semplificazioni retoriche, riscopro di avere un'anima cinica. Il dolore puo' anche non essere esibito, lo spettatore puo' anche non essere violentato per averne la giusta percezione. Del resto le azioni teatrali estreme non sono nuove a chi affronta il teatro di regia, basti a pensare alle regie radicali ed anticonformiste della Fura dels Baus che coinvolgono gli spettatori da oramai piu' di trent'anni. E' per questo che il realismo dell'allestimento di Vick poteva trovare una sua piu' consona dimensione. Che fare buona regia aiuti cantanti, direttore e orchestra a cantare o suonare meglio e' sacrosanto, ma tutto deve avvenire all'interno di un intelligente equilibrio, dove azione, storia ed emozioni devono andare di pari passo,senza prevalicare gli uni sugli altri. Che le masse corali siano parte integranti dell'azione e' comprensibile,ma questo continuo andirivieni in cui ci si trova costretti a cercare di capire cosa stia succedendo e' distraente e fastidioso. So di fare un paragone blasfemo, ma questi primi minuti del Mose' mi hanno riportato alla mente una Carmen -regia Zeffirelli- vista all'Arena. Solo dopo un bel po' di tempo ho realizzato che ero a teatro e stavo assistendo ad un'opera lirica, e non ad uno zibaldone confuso e colorato che contribuiva a distogliere l'attenzione anziche' attirarla. Mi spiego meglio : dopo le note di inizio, a sala spenta, vedo entrare una signora un po' confusa,borsetta alla mano, un biglietto nell'altra, che si guarda smarrita intorno. Cosi' riscopro di avere anche un'anima candida: Signora, si metta a sedere li' dove trova posto, poi quando le luci glielo permetteranno una maschera l'aiutera' a trovare la sua sedia. Non infastidisca oltre,la prego, lo spettacolo e' gia' cominciato. Gia', e' cominciato. E dopo una ,due, dieci e piu' comparse vestite nello stesso modo, in cui le macchie di sangue sui vestiti vengono scambiate nell'oscurita' a bizzarri tessuti fiorati, realizzo il tragico errore. Ma tutto questo camminare avanti e indietro, il pavimento scricchiolante in legno della sala, il cercare di capire che i biglietti tenuti in mano altro non sono che altre fotografie di parenti scomparsi, non mi aiuta certo ad apprezzare cio' che sento. Forse piu' che candido sono tonto, ma nel terzo atto, quando sento la voce della Ganassi e non riesco a metterla a fuoco nella grande confusione di coristi e figuranti dell'apparato scenico, mi irrito ancora di piu'. Che Vick sia un regista geniale, mai scontato o banale, e che le sue regie servano a trasmettere idee,arte e spunti di riflessione, sono il primo a sostenerlo, ma per favore, aiutatemi ad entrare in quella benedetta storia che sto ascoltando, agite per sottrazione ,talvolta, senza paura di quel benedetto horror vacui che non vi appartiene. Non siete cosi' vuoti come Pier'Alli nella sua Adelaide di Borgogna, vera nefandezza in totale apnea di regia, in cui le poche idee sono improvvisate e lontane anni luce da una serena creativita' (il combattimento con gli ombrelli nel castello di Canossa raggiunge la demenza senile) e non siete nemmeno enfants prodige come Michieletto che ha bisogno pero' di stupire prima di raccontare. Siete registi seri, in voi c'e' la certezza che la messa in scena non debba essere una copia della realtà, ma una sintesi, o una trasfigurazione. Accontentatevi talvolta di suggerire, e i fucili piazzati davanti al viso, per favore ,teneteli ben distanti.

Wednesday, August 10, 2011

memorabilia strikes again



JDF e' stato a Bologna per incidere un nuovo disco. Ignota la data di realizzazione, per ora ecco l'ennesimo autografo. La devozione e' dura a morire...

Tuesday, August 09, 2011

Il silenzio e il rumore



Che all'epoca di Monteverdi l'aria condizionata non esistesse e' un dato di fatto, ma fare filologia non significa necessariamente cuocere a fuoco lento lo spettatore, costretto a stare per piu' di tre ore su di una sedia di avvolgente velluto rosa -in un torrido giorno d'estate- nel piccolo e rovente teatro fiorentino . Il suggerimento alla direzione della Pergola e' quella di accendere il climatizzatore in simili occasioni per evitare alla bene meglio qualche inevitabile collasso. Ma si sa, le direzioni sono spesso cieche e mute. Due mail recenti inviate all'ufficio marketing e alla direzione del Teatro Comunale di Bologna non sono nemmeno state prese in considerazione. Il motivo scatenante e' stata la scarsa presenza del pubblico ai recenti concerti inclusi nel programma estivo. Che l'affermazione di Tremonti "con la cultura non ci si mangia" sia oramai una palese scemenza e' un dato di fatto, ma e' altrettanto vero che 100- 120 spettatori per serata non danno da mangiare a nessuno. Entro nel merito: giovedi' 7 luglio, concerto con musiche di Mendelssohn. Presenti in sala un centinaio di persone. Musica troppo difficile ? non scherziamo, la marcia nuziale e' conosciuta a livello planetario. La presenza di Moni Ovadia ? Bene, il sig. Ovadia riempie soltanto grazie al suo nome tutti i teatri in cui si esibisce. Per quello dell'Arena del Sole dell'anno scorso ho trovato a malapena un biglietto tre mesi prima dello spettacolo, mentre a Parma, ai Giardini Ducali, sono dovuto rimanere fuori per assenza di biglietti disponibili. L'orchestra del Comunale ? anche qui non scherziamo, soltanto pochi giorni prima, alla proiezione del Phantom of the opera in piazza, non si riusciva a trovare un benemerito posto nemmeno sui gradini della chiesa. Tutti in ferie in estate ? vedi sopra.
Venerdi' 15 luglio, musiche di Nino Rota. Meno di un centinaio di presenti. Spettacolo bellissimo, con un'orchestra in gran spolvero e un programma delizioso.
Mi fermo e mi domando: cosa c'e' che non va ? Innanzitutto non credo siano mai stati stampati cartelloni per ogni singola rappresentazione, nemmeno da esibire davanti al teatro, e questo e' grottesco. Mancanza totale di informazione, bruttissimi volantini-depliant in cui i nomi degli interpreti (vedi il povero Moni Ovadia) sono visibili con lente d'ingrandimento agli spettatori meno distratti. Il totale nulla, tutto lasciato alla casualita' e al fortunato inciampare dello spettatore davanti allo spettacolo di turno.
Guardo rassegnato il calendario, in data 9 agosto ancora non esiste una stagione lirica, nonostante voci di corridoio. Per fortuna inizia il ROF. Grandi promesse, quest'anno, per una regia folle di Graham Vick che fara' parlare parecchio. Fare passare Mose' per un fondamentalista non e' da tutti i giorni...e la domanda e' inevitabile:
e' questa la strada per fare ancora parlare di musica ?