Wednesday, March 29, 2006

ARLECCHINO Un capriccio scenico



Nell'ambito del LUGO OPERA FESTIVAL 2006 (attenzione alla data del 13 giugno: Karlheinz Stockhausen !!!!) il 30 marzo e il 2 aprile si terranno le rappresentazioni dell' "Arlecchino" di Ferruccio Busoni, che vede alla regia Lucio Dalla. Il sottoscritto e' stato gentilmente invitato alle prove generali (riuscendo a scattare qualche fotografia ). Lo spettacolo e' un tantino deludente, con un Lucio Dalla eccitato come un bambino, accerchiato da uno stuolo di amici molto "caldi" e molto espansivi. Il teatro Rossini e' un francobollo e non si poteva pretendere un granche', ma tutto mi e' sembrato un po' stonato fin dall'inizio. Cantanti giovanissimi (un tenorino da fucilare), ruoli confusi, voglia di stupire e di svecchiare un'opera che vecchia proprio non e'. Cosi' Arlecchino si spruzza sul corpo i diversi colori delle bombolette spray, il seduttore di Colombina e' un cantante rock con il ciuffo rosso che entra in scena direttamente dal poster che lo ritrae , Matteo e' un sarto metafisico che si gingilla con un manichino nudo, e cosi' via. La musica di Busoni e' interessantissima, e capisco l'entusiasmo di Dalla, ma non c'era bisogno davvero di aggiungere nulla. Consiglio al buon cantante bolognese di ascoltare ( e vedere) piu' lirica del novecento. Un applauso all'Orchestra Comunale di Bologna che come sempre si e' dimostrata all'altezza del compito.Allego uno stralcio dal Dizionario dell'Opera di Baldini & Castoldi riguardante l' Arlecchino. Buona lettura...

Gli elementi di straniamento propri del ‘teatro nel teatro’ (Arlecchino, velata proiezione dell’autore, più che parte in causa è regista e distaccato commentatore degli avvenimenti), il gusto per la parodia delle convenzioni teatrali (l’opera è tutta costruita a settecenteschi numeri chiusi) e per una musica ‘al quadrato’ intessuta di citazioni colte, il tono di scettica ironia e di Singspiel che guarda per un verso a Così fan tutte e a Zauberflöte , per l’altro è contiguo ai ‘ritorni’ al comico e al meraviglioso di Strauss ( Ariadne auf Naxos ) e in parte anticipa quelli di Stravinskij ( Pulcinella ) e di Gian Francesco Malipiero ( L’Orfeide ), non hanno certo agevolato la popolarità di questo come degli altri titoli teatrali di Busoni. Il suo motto era «dire cose importanti in forma divertente»; e la ‘cosa importante’ sottesa alle buffonerie del ‘capriccio’ è la difficoltà, per il teatro musicale del nostro tempo, di continuare a esistere senza smarrire quel senso di totalità e di classica perfezione che Busoni vagheggiava nei modelli supremi di Mozart e di Rossini. Denunciando l’inadeguatezza del teatro naturalista e di sentimenti con l’ingannevole levità di una giocosa burla, Arlecchino ci addita sotto la luce di una gelida ironia l’innocenza irrecuperabile di quei modelli. La nota fondamentale del ‘capriccio’ resta dunque quella dell’amarezza e dello smarrimento scettico: un «riso doloroso» (Sablich), cui Busoni cercherà di offrire la speranza di una risposta in positivo nel Doktor Faust .

Friday, March 24, 2006

JAPAN

Il 27 marzo sono previste sue uscite assolutamente imperdibili per i fans dei Japan. Per la prima volta, infatti, si possono trovare sullo stesso CD brani appartenenti ad entrambi i periodi della band, usciti per le case discografiche Hansa e Virgin . Risolti-dunque- i problemi di copyright che impedivano la pubblicazione di un greatest hits che riguardasse l'intera carriera del gruppo. Ecco la track listing:
1. Ghosts2. I Second That Emotion3. Quiet Life4. Gentlemen Take Polaroids5. Art Of Parties6. Visions Of China7. Taking Islands In Africa8. European Son
9. Cantonese Boy10. Life In Tokyo11. Nightporter12. Methods Of Dance13. All Tomorrow's Parties14. Canton15. Ghosts
Inoltre e' prevista la pubblicazione di un DVD che riunisce 7 promo (sia per la Hansa che per la Virgin) e il celeberrimo "Oil On Canvas", live show filmato all' Hammersmith Odeon nel 1983.
Entrambe le cose si possono gia' ordinare sul sito di Amazon.

Wednesday, March 22, 2006

L' UMORE DEL MONDO


L'amico Capiozzo mi suggerisce un interessante sito che segnalo volentieri. Si tratta di una specie di sondaggio sull'umore che viene fatto in rete. La faccina qua a lato puo' cambiare espressione a seconda dell'umore di chi si collega al sito, in modo da testare -per cosi' dire- "l'umore del mondo".
Provare per credere !

www.howisyourday.com/

Tuesday, March 21, 2006

MINIMALISM RADIO


Per tanto tempo ho sognato una radio che potesse trasmettere musica di Marc Almond 24 ore su 24; ora ne ho scoperto una che trasmette via internet musiche di compositori "minimali" (Glass,Bryars,Reich,Adams,Nyman ecc.ecc.) Puo' essere noioso, puo' essere esaltante. Direi che in ogni caso, al di la' del mio sogno irrealizzabile, posso anche accontentarmi.
http://www.riseinmight.com/minimalismradio/
Buon ascolto

Monday, March 20, 2006

QUIZ Nr. 2


WHO'S THAT GIRL ????
Al vincitore-vincitrice del nuovo quiz verra' inviato un simpatico cadeau della serata, direttamente dal Teatro Manzoni di Bologna.
Good luck !

GIANLUCA CHIODI


Non dimenticate se siete in questi giorni di passaggio a Modena di fermarvi al Caffe' Concerto, a pochi passi dalla Ghirlandina. Troverete esposte alcune fotografie di Gianluca Chiodi, che trovo assolutamente straordinarie. Non e' infatti per puro senso di amicizia che vi segnalo questa cosa ; trovo il lavoro di Gianluca pervaso da un grande talento e da un'immensa creativita' e ironia.
Un augurio per tutte le sue personali, presenti e future. E un abbraccio fraterno, da un amico invisibile ma presente.

Saturday, March 18, 2006

FORSYTHE ieri oggi domani



Il Teatro Municipale Valli ha deciso di dare alla stampa gli atti della Masterclass sul lavoro di William Forsythe tenutasi a Reggio Emilia il 22 e il 23 maggio 2003. Di questa collana (Red Book) seguiranno altri titoli dedicati ai coreografi con cui il nostro teatro ha lavorato: Jiry Kylian, Mats Ek, John Neumeier.

Nel dedicare la lettura del libro a tutti coloro che ritengono Forsythe il genio indiscusso della danza contemporanea, colgo l'occasione per ripescare un mio vecchio scritto riguardante un suo spettacolo visto a Bologna nell'ambito di Danzaduemila. L'avevo intitolato "IL VERTIGINOSO BRIVIDO DELLA PERFEZIONE. Spero possa incuriosire o stimolare coloro (spero pochi) che ancora non conoscono il suo lavoro. Buona lettura.

Bologna, 11 novembre, Europauditorium ore 21.00
Nella fila di poltrone davanti alla mia,esattamente sette posti piu' a destra,e' seduto un signore americano dall'aspetto molto giovanile ; biondo,occhiali,51 anni portati benissimo,piuttosto magro ,veste una maglia a maniche lunghe color marrone e pantaloni dello stesso colore. In testa,una cuffia con un radiomicrofono. Si chiama William Forsythe ,professione genio,pardon,coreografo, ha creato balletti per le compagnie di tutto il mondo e i suoi lavori sono inclusi nel repertorio di un numero impressionante di compagnie di danza. Con il Ballet Frankfurt,del quale e' direttore dall'84, ha sempre sfidato le convenzioni della danza non rinnegando mai le tecniche base del balletto tradizionale,quello accademico per intenderci,ma ampliandone (e nello stesso tempo sfidandone) il lessico di base. E' arrivato a disintegrare la coreografia partendone dal suo aspetto piu' puro ,piu' perfetto. Ed ora e' qui,a Bologna,per Danzaduemila ,con 4 lavori che spaziano dal 1992 al 2000. Nel programma di sala ho una prima sorpresa: anziche' Eidos-Telos (forse una delle sue opere chiave insieme ad Artifact, Impressing the Czar,Limb's Theorem) la serata include quattro coreografie piu' brevi,delle quali solo due sono state rappresentate a Reggio, e addirittura una e' una prima rappresentazione italiana ( e' un lavoro andato in scena per la prima volta nel febbraio 2000) .Sono molto curioso di vedere quest'ultimo lavoro..le notizie piu' recenti dell'attivita' di Forsythe lo davano perso in un progetto di restaurazione del Bockenheimer Depot di Francoforte, uno spazio teatrale ricavato da un vecchio deposito di tram in disuso, concentrato sempre piu' sull'utilizzo di movimenti estremamente complessi tratti anche dall'ambiente teatrale. In sala,al suo fianco, Antony Rizzi, suo assistente e ballerino (che infatti danzera'nell'ultimo pezzo in programma),vestito rigorosamente di bianco e con la medesima cuffia + radiomicrofono in testa. Tra gli altri,riconosco Amedeo Amodio e alcuni ballerini dell'Ater. Si spengono le luci. Si inizia con "The Vertiginous Thrill of Exactitude",1996,con musica di Shubert tratta dalla sua sinfonia nr.9. Le ballerine hanno strani tutu' rigidi di color verde chiaro,che partono orizzontalmente dal corpo,e i loro movimenti velocissimi sembrano uscire da una coreografia di Balanchine...la velocita' diventa tale da richiedere (come dice il titolo del lavoro) una tecnica assolutamente perfetta ,ma si ha come l'impressione che qualcosa da un momento all'altro porti ad un totale collasso. Non potrebbero in effetti esserci altri sviluppi, e si rimane li',con il fiato quasi sospeso,nel guardare questi corpi che danzano come se fossero delle cellule impazzite ,con una velocita' che fa assumere al pezzo quasi una sorta di piccola violenza psicologica...mi viene in mente il New York City Ballet,visto ad Edinburgo quest'estate, e penso che questo lavoro sarebbe assolutamente perfetto per loro. Il pubblico reagisce molto bene a questo inizio, che ancora utilizza un linguaggio abbastanza tradizionale, ma mentre si spengono gli ultimi applausi entrano in scena, con fredde luci bianche, i due interpreti (uomo e donna) di "Herman Scherman",1992. Ho gia' visto questo lavoro due volte, e mentre lo rivedo chissa' perche' mi viene in mente la Tate Gallery a Londra. Quest'estate,mentre da solo con la mia audioguida mi aggiravo tra le diverse sale ,mi stupivo come per molte persone alcune opere potessero ancora rappresentare motivo di stupore o peggio ancora di ostilita'. Eppure l'arte moderna,nonostante alcuni lavori abbiano perduto il loro impatto a motivo del tempo e della continua sovraesposizione a cui vanno soggetti (c'e' ancora qualcuno che si scandalizza nel vedere l'orinatoio di Duchamp o i baffi alla Gioconda ?) suscita ancora reazioni molto contrastate da parte del pubblico,forse non abituato a lasciarsi stimolare o provocare,che avverte in questa nuova estetica qualcosa di non familiare,qualcosa di estraneo ,di non-suo. Per me era il contrario...ormai ho talmente assimiliato queste opere al punto di non poterle che sentirle come qualcosa di assolutamente naturale,quasi una specie di collezione di "ritratti di familia", qualcosa che mi appartiene perche' appartiene alla mia cultura, qualcosa che CAPISCO e che pertanto apprezzo. Non ci sono piu' stupori nel vedere quadri monocromatici, cosi' come in campo musicale affrontare partiture di puro silenzio.... guardando il lavoro di Forsythe non mi domando piu' se i neon che si spengono e si accendono in un disorientante caos funzionino a dovere oppure no, non mi stupisco se i ballerini si fermano per rifare lo stesso passo e si domandano come eseguirlo nel modo migliore,come se fossero in una sala prove, non mi scandalizza ascoltare un commento musicale di Bach continuamente spezzato,non mi irrito nel capire che il mio punto di vista come spettatore non e' determinante o che cio' che sto vedendo non ha come caratteristica predominante quello della godibilita'. I sipari si alzano e scendono in modo casuale, la scarsa luce a volte impedisce di vedere cio' che accade in scena, i ballerini fanno spesso sequenze diversificate tali da non capire dove posare lo sguardo, e si procede cosi',in un caos geniale in cui la simultaneita' degli eventi accresce il piacere di assistere a qualcosa di nuovo,di straordinariamente stimolante. L'ultimo pezzo proposto ,dopo "Approximate Sonata" che riassume tutte le caratteristiche da me appena citate, e' "One flat thing,reproduced",2000. Un lavoro di 18 minuti danzato dalla compagnia quasi al completo, in cui il caos e l'apparente assenza di una coreografia degna di tale nome vengono "disciplinati" dalla presenza di venti tavoli cromati che creano dei percorsi obbligati; i movimenti vengono cosi' ad essere necessariamente incanalati negli spazi tra i tavoli stessi,in una specie di grata in cui le coordinate sono ovviamente destra-sinistra e avanti-indietro. La velocita' di esecuzione ,abbinata ad una musica di fortissimo impatto emotivo (puro rumore !),crea una dimesione in cui l'ordine "forzato",o meglio,il caos "imprigionato" , trasmettono un'assoluta energia...e' tutto nello stesso tempo claustrofobico e liberatorio...non so come spiegarlo...e nel momento in cui ancora una volta si teme per l'incolumita' fisica dei ballerini,impegnati in un impegno e una concentrazione sbalorditivi, le luci si spengono all'improvviso mettendo la parola fine al lavoro. Assolutamente perfetto. Un brivido corre ancora sulla schiena quando Forsythe appare sul palco al momento degli applausi; continuare a fare avanguardia puo' essere snervante,a volte perfino controproducente,ma quest'uomo non ha certamente problemi in tal senso...e continua ad affascinarmi ogni volta di piu'con qualcosa di straordinario. Forse anche il pubblico e' un pubblico nuovo,forse anche gli altri hanno assimilato la sua estetica coreografica cosi' nuova e nello stesso tempo cosi' legata al passato, e gli applausi sembrano dimostrarlo....non lo so.... per quel che mi riguarda posso dire di aver provato ancora una volta il vertiginoso brivido della PERFEZIONE, e gliene sono immensamente grato.

Thursday, March 16, 2006

Cullberg Ballet 16 mar 06



Una ballerina danza intorno ad un tavolo sul quale e' stata posta una pila di piatti metallici. Con un gesto di rabbia questi vengono gettati a terra, e partendo la musica di John Adams in sottofondo inizia anche la coreografia vera e propria di "Aluminium", creazione dell'aprile 2005 di Mats Ek per il Cullberg Ballet.
Trovo l'universo Ek come uno dei pochi possibili per uscire dall'empasse in cui e' scivolata la danza moderna. Riesce a raccontare senza essere narrativo, riesce ad emozionare con lunghissimi passi a due (in cui generalmente ogni altro coreografo si impantana dopo pochi minuti) passando dalla violenza alla tenerezza in un momento solo, regalando ad ogni oggetto significati diversi a seconda di cio' che gli ruota intorno (non a caso il tavolo, onnipresente nella prima parte della Bella Addormentata, serve come appoggio al movimento ma anche come qualcosa dotato di vita propria...qualcosa da spingere con forza,disperazione, o al contrario qualcosa sotto cui ripararsi). La bravura dei ballerini non ha davvero confini. Straordinari. La seconda parte non convince del tutto. As If e' la quarta coreografia creata da Johan Inger ,nuovo direttore artistico, per il Cullberg. Inger e' bravo ma mescola troppe cose, e soprattutto inserisce un aspetto teatrale (con l'uso della parola) poco efficace . Direi che l'utilizzo dello spazio e' molto simile all'universo Forsythe, questo muro che separa,unisce,divide, non permette di vedere, lascia intuire qualcosa che a volte si vede e a volte no, rotea vertiginosamente creando spazi o restringendoli, insomma..cose gia' viste e assimiliate per chi ha frequentato in passato il Frankfurt Ballet. Alcune cose molto belle, altre meno interessanti, una sensazione di terribile freddezza. Molto svedese. Ho l'autografo di Inger, che e' stato gentilissimo. Lo mettero' vicino a quello di Ek, gia' recuperato nel lontano 2002. E ancora una volta, lunga vita al Cullberg.

I fili del fare, i fili della vita

In occasione della pubblicazione di un piccolo libricino dell'amica Antonella De Nisco sulle sue installazioni ambientali, riporto volentieri la parte scritta da Giuliana Bartoli, che servira' ad impreziosire ancora di piu'- se mai ce ne fosse bisogno- il lavoro svolto in questi anni dall'artista reggiana.


" Ho conosciuto Antonella prima come amica e poi come artista. Adesso non posso piu' pensare l'una senza l'altra, e quell'umanissima sensibilita',quell'attenzione composta,quel gesto garbato e sicuro che ho scoperto nella prima, li ho ritrovati ben presto nella seconda.
Il suo e' fare appassionato nel quale pensare ed agire divengono tutt'uno, e ha il suo senso piu' intimo proprio nel prendere forma e vita,nel proprio mutevole e precario divenire. Alle strade maestre e ben tracciate, ella preferisce quei "sentieri interrotti" che non conducono ad una meta ben definita, ma all'improvviso sbucano in luoghi non battuti; per chi nel bosco vive, lavora e si sente a casa propria, tali percorsi non riflettono pero' un girovagare ozioso ma l'esser-ci stesso, il muoversi tra cose familiari ed amiche, l'abitare a contatto con esse. Che cosa e', infatti, larte della tessitura se non includere cio' che e' "altro", legandolo con il quotidiano, come sosteneva Platone nelle sue Leggi ? Lungi dall'essere una semplice pratica manuale o un hobby, come fare del cucito o del bricolage, essa presiede a un sistematico intreccio di tutti i fili in un tessuto denso e compatto, in cui ogni elemento isolato trova posto e significato, e la liberta' incontra il destino. Il risultato e' una fitta trama di esili vincoli che annoda l'ordito delle necessita' alla casualita' dei fatti, l'erranza delle cose alla permanenza del loro essere nell'uomo, e cosi' adombra la nostra stessa vita, molto piu' accidentale e fragile di quanto la definitezza delle nostre parole o la presunzione del nostro intelletto vorrebbero far credere.
Questi intrecci uniscono la forza della terra alla leggerezza del cielo, e sono eposti all'aria e al vento (anemos) come al soffio dell'anima. Essi segnano con il loro svolgersi l'accadere delle cose: i fili si tirano e si spezzano, inglobano altri materiali- lacerti terreni di vita quotidiana- e li abbandonano, cambiano colore,forma e struttura, ma suc-cedono sempre gli uni algli altri,perche' cosi' deve essere chi tesse i propri sogni insieme ai fili della vita. La puntualita' di cio' che appare rende palpabile il velo eterno che tutto avvolge, e l'opacita' di cio' che e' presente lascia indovinare lo spazio di quell'assenza da cui trae il suo senso l'esistere,come l'ombra dalla luce. Cosi' l'azione concreta e manuale che muove questi fili, pur cosi' semplice e dimessa, diventa come l'attrito della materia per la colomba di Kant, la quale non solo non volerebbe meglio e di piu' senza di esso, ma non potrebbe nemmeno alzarsi da terra." Giuliana Bartoli

Wednesday, March 15, 2006

VACANZE IN BARCA A VELA


Per coloro che fossero interessati a frequentare un corso di vela gia' a partire dal 01/04 posso suggerire una scuola vela di un'amico salentino, skipper di provata esperienza.
Eccovi i riferimenti:

JONATHAN -Scuola Vela
Corsi settimanali per 6 persone

dal 1/4 al 10/7 e dal 29/8 al 30/10 euro 3.000,00
dal 11/7 al 28/8 euro 3.700,00

I costi comprendono:
imbarcazione con equipaggio, tender,fuoribordo,gennaker,attrezzatura per la pesca a bolentino e traina d'altura,cambio settimanale delle lenzuola.
Non comprendono: cambusa,carburante e costi portuali

Porti d'imbarco e sbarco: Santa Maria d Leuca, Corfu',Igumenitsa,Paxos,Sami (Cefalonia)

per informazioni e iscrizioni telefonare a Luigi : 0833 202114 / 0833 294232(fax) / 348 5112699

Monday, March 13, 2006

The VIP HUNTER strikes again !


Piuttosto che scomodare una micro-celebrita' come Lucio Dalla, incontrato casualmente al ristorante Diana di Bologna in Via Indipendenza (un vero must per lasagne e tortellini), ecco che il VIP HUNTER ha preferito intrufolarsi nei camerini del teatro Manzoni, dove ha recuperato- for your pleasure-gli autografi del noto direttore Daniele Gatti e della star del momento, il cinesino (22 anni appena) Lang Lang, pianista di fama internazionale. Il concerto nr.5 di Beethoven, da lui eseguito insieme alla Orchestra Comunale di Bologna, ha regalato i momenti piu' felici della serata, nonostante la disparita' di intensita' tra il suo strumento e il suono piu' possente degli orchestrali. Non a caso il bis ,di solo piano, e' stato nientemeno che una canzone cinese di rarefatte melodie orientaleggianti. Le note dolenti sono venute con la 5a di Mahler, dove Gatti ha dato prova se non altro di una fantastica precisione e padronanza dello spartito (che non c'era). Memorizzare una partitura per 120 orchestrali e mettere tutto a segno appartiene ai grandi, e Gatti lo e'. Indubbiamente bravo, oserei dire bravissimo, ha pero' un desiderio impossibile: trasformare l'orchestra bolognese in una sorta di doppione della Royal Philarmonic. Rossini (affrontato di recente nel "Barbiere") diventa Verdi, Mahler diventa Shostakovich. Tutto con un'intensita', un volume ed un impeto da lasciare disorientati. Si avverte addirittura una sorta di sovraesposizione da "pieno orchestrale", portando presto l'ascoltatore a trasportare ogni cosa su di un unico piano. Si perde cosi' la possibilita' di sfruttare il climax della partitura mahleriana, che trova poca morbidezza perfino nell'adagetto. E' una visione personale, s'intende, che lascia poco spazio alla decadenza e molto alla passione, ma che e' ben lontano dalle raffinatezze esecutive appena ascoltate grazie al concerto di Inbal e la sua straordinaria 4a mahleriana di rara bellezza. Cosi', con parecchie sbavature, velocita' vertiginose e volumi assordanti ,la serata si e' conclusa con un pizzico di delusione. Il VIP HUNTER ,anziche' rincorrere Dalla e il suo boyfriend, un bel moretto dal capello lungo e liscio, preferisce comunque condividere gli autografi di Gatti e Lang Lang con i suoi amici bloggers. Con qualche sorpresa ancora nel cilindro...

Monday, March 06, 2006

A tutti gli amici non-bloggers

Purtroppo non e' possibile lasciare commenti ai miei "posts" a meno che non si abbia un blog personale. Potete ovviare a questa sciocca limitazione inviandomi una mail , sara' mia premura pubblicare cio' che puo' aggiungere un ulteriore argomento di discussione al forum.
Grazie !
Marco

And the winner is....


Maurowilde !
Al quale inviamo l'ambito premio. Il tenore era ovviamente Juan Diego Florez, fotografato (male) durante le prove generali del Barbiere di Siviglia il 26 febbraio 2006.
p.s. Lo so che qui Juan Diego Florez assomiglia ad un paffuto signorotto , ma farlo passare come sosia di Freddy Mercury, signor Garuti, mi sembra un po' eccessivo ! La storia poi dell'"icona gay" pare sia da verificare, in quanto voci ben informate danno il tenorino sposato e con due amati pargoli. In ogni caso si consoli: in data 2 luglio 2005, in occasione del LIVE 8 berlinese (di cui posseggo DVD originale), Juan Diego canto' proprio una canzone dei Queen: You'll never walk alone. Per fortuna ci pensarono i Roxy Music a cantare "Love is the drug" pochi minuti dopo...