Tuesday, June 12, 2012

..io ora so ciò che nessun angelo sa

« Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? » (Marion, da "Il cielo sopra Berlino") Tra l'aristocratico pubblico del Bologna Festival e quello plebeo della stagione sinfonica del Comunale, pare ne esista un terzo, silenzioso e sotterraneo. Gli adepti in questione (neanche si parlasse di una setta segreta o di una loggia massonica )si palesano solo in occasione di concerti improbabili, in cui la difficolta' di recezione- trattandosi di musica completamente al di fuori dalle regole del sistema tonale- richiede necessariamente un elevato grado di cultura musicale o di pari curiosita'. Detto tra di noi, che barba dovere ancora sdoganare un'avanguardia vecchia cent'anni. Cosi' eccomi ad una serata nel cartellone della "Schonberg experience", appuntamento che non credo molti farebbero rientrare nella definizione "E' stato cosi' bello, ho pianto tanto" ; la cosa e' gia' prevedibile dai titoli in programma : che dire di "Stefano e' Rocco" ? pura simbiosi musicale o allusione omoerotica ? occhio, il compositore e' Sylvano Bussotti, e con quella y si puo' dire cio' che si vuole..anche perche' il "nostro" e' pure Interprete, Pittore, Letterato, Scenografo, Regista, Costumista, Attore e chi piu' ne ha piu' ne metta. Neanche fosse Domingo, l'uomo che visse 5 volte e che forse ci seppellira' tutti. Insomma, eccomi immerso in una nuova atmosfera nella quale la lingua che serpeggia in platea (non piu' di un centinaio di presenti) e' rigorosamente il tedesco,e che permette di ascoltare piccoli stralci di conversazione tra iniziati. Dialoghi tra professori di istituti di fonologia,compositori affermati, uomini allampanati vestiti in modo shabby chic, signore a cui viene fatto il baciamano, attempati signori con camicie color verde acido e vistosi occhiali bianchi accompagnati da mogli dalle chiome bianche spruzzate di azzurro. Una meraviglia. Ma il meglio avviene quando suona un cellulare in sala...orrore...macche', la suoneria non e' certo un banale cicalino bensi' una sinfonia d'archi di oscura collocazione. Insomma, qui non si scherza, si fa sul serio. C'e' la figlia di Schonberg ,Nuria (nonche' vedova Nono) e c'e' un signore che alla fine del primo brano in programma si avvicina pericolosamente al palcoscenico, dando l'impressione di un ottantenne un po' in stato confusionale..macche', e' proprio Giacomo Manzoni, il compositore del brano appena eseguito, e guarda un po' c'e' anche Bussotti in sala, in un'aria festosa di ricorrenze e genetliaci. Sono commosso. Con pari curiosita' mi guardo intorno tra il pubblico presente ad un concerto di Claudio Abbado e la sua Orchestra Mozart. Le porte laterali del teatro sono aperte e ci sono inservienti pronti a gestire la situazione in caso di sgombro. Fa un po' impressione, ma oramai ci sentiamo un po'tutti "terremutati" ,espressione coniata all'Aquila che ben evidenzia la partecipazione emotiva a questo continuo stillicidio. Pubblico attento ed entusiasta, ma qui Abbado gode di devozione assoluta,un amore trascendentale non paragonabile ai legami terreni che si manifesta sul piano fisico con esperienze di tipo mistico o estatico (!!! ora pro nobis !!!).Bene, aspetto fuori dai camerini per importunare Esposito e la Mingardo chiedendo l'ennesimo autografo, quando ecco che un colpo d'ali mi colpisce sul viso..un angelo vestito di nero, un po' invecchiato, piccolo di statura e minuto di corporatura: Bruno Ganz. Oddio, il cielo sopra Bologna. Decido di avvicinarlo, e alla fine del doveroso omaggio mi dice di essersi perso. Gli indico la direzione, spiegando come raggiungere il centro. Ora so davvero quello che nessun angelo sa.