Thursday, March 03, 2011

Bed tales





Chi da bambino non e' mai stato imbrogliato dal cinema "Bianchini" alzi la mano...quel letto enorme che abitava in Via del materasso, numero cuscino, mi veniva puntualmente spacciato per il cinema notturno a cui da bambino dovevo rassegnarmi e dove - per fortuna- i sogni potevano garantirmi una certa varieta' di programmazione. Con il passare del tempo il letto mi e' apparso come luogo di scoperta, di fascinazione. Se nei film "per i grandi" succedevano cose a me piuttosto misteriose, pian piano la consapevolezza della mia sessualita' prendeva la direzione delle lenzuola, subendo anche la semplice piacevolezza di un lenzuolo liscio e morbido su cui arrotolarsi come un bozzolo. Confesso di muovermi parecchio durante la notte, e le dimensioni del letto per molto tempo hanno fatto la differenza. Ma il piacere di ritrovarsi in un letto enorme, nel raccontare e raccontarsi, e' sempre stato molto forte...ricordo una meravigliosa vacanza in montagna con i miei amici di universita' dove il meccanismo delle Mille e una Notte si ripropose nei nostri mille racconti vissuti nella promiscuita' di un unico lettone. Non si differenzia di molto la visione del film di Peter Greenaway "I racconti del cuscino"; i "libri del guanciale" erano un genere di libri erotici che solitamente narravano le esperienze delle geishe o fungevano da manuali d'amore, che venivano conservati in un cassetto del tradizionale guanciale di legno in uso all'epoca. Non stupisce che Pier Luigi Pizzi, direttore del festival dello Sferisterio di Macerata in cui spesso si parla di seduzione, abbia utilizzato nel suo ultimo DON GIOVANNI un letto praticamente onnipresente, su cui raccontare e commentare ( spesso con sofferenza) le imprese del celeberrimo libertino. L'impianto scenico e' molto semplice ma non manca di fascino, soprattutto quando un'idea registica e' coerente e non manca di logica; Pizzi, da vera volpe, utilizza pero' un cast che trasuda giovinezza ed energia da ogni poro (non a caso uno dei cantanti che interpretano Don Giovanni ha solo 22 anni) e che riesce con questa freschezza travolgente a far distogliere lo sguardo - e le orecchie- dalle evidentissime carenze canore. Un ultimo trucco del mestiere viene sfoderato al momento degli applausi: i cantanti si presentano in scena sorridenti, allegri, felici e pronti ad abbracciarsi e baciarsi. Non si rimane indifferenti a tanta gioia di vivere, e l'applauso e' contagioso e si estende in platea. Poco importa che tutte le arie piu' importanti abbiano lasciato a bocca asciutta gli ascoltatori, qui c'e' vita, sensualita', giovinezza, e gli abbonati over 60 non possono che accusare il colpo e trattenere la commozione. Che il letto sia protagonista della storia dell'umanita' non e' da sottovalutare, e che anche in questa realizzazione sia prepotentemente esibito non stupisce nessuno. L'importante e' che, vista la direzione totalmente priva di brio e di energia, non venga voglia di assopirsi...