Il ladro dei cigni
E' una conversazione buffissima quella che si svolge sotto il pergolato estivo della trattoria "Da Maria", dove le tagliatelle ai fagioli, specialita' della casa, rischiano di creare un incidente diplomatico tra me e Emanuela (le ricordo, per fortuna, che dormiamo su due piani separati..). Nel tavolo di fianco al nostro e' seduta una simpatica coppia che si occupa delle registrazioni audio e video delle opere del ROF pesarese. Si parla di gaffes e strafalcioni compiute dai clienti nella richiesta dei DVD presso la ditta in cui lavorano. Cosi' salta fuori il geniale "LADRO DEI CIGNI", o l'ancor piu' geniale "L'ORO DEL TRENO". Ricordo che un amico di Aulla arrivo' a chiedermi se poteva accompagnarmi nell'andare a vedere "la Tosca di Guccini" (e qui e' d'obbligo toccarsi).
Sono cose che fanno dimenticare i piccoli malumori appena vissuti a teatro, in cui competenze di direttori di scena megalomani si scontrano con le normali necessita' di chi svolge il proprio lavoro piazzando microfoni per le registrazioni (mi raccomando sig.ri orchestrali, spegnete almeno voi il cellulare !!!! ). Sono contento, perche' vengo a sapere che sia dell' "Italiana in Algeri" che del "Torvaldo e Dorliska" sono stati realizzati due DVD, che prolungheranno il piacere provato nel vedere queste due opere. Gia', perche' il mio tour de force rossiniano mi ha portato ad assistere a ben 5 opere in 3 giorni, e le mille impressioni provate hanno bisogno del naturale tempo per potere decantare e lasciare una impressione piu' profonda. Andiamo per ordine. L'edizione di quest'anno si e' aperta con un presunto scandalo nell'avere presentato alcuni nudi gratuiti in scena, solo per il gusto di richiamare l'attenzione dei mass media (e aggiungo io per la delizia di qualche orchestrale dal collo lungo...). Anche Dario Fo, regista dell'Italiana in Algeri, sfrutta un divertente gioco di finti specchi per mostrare il seno di due comparse ( decisamente piu' in forma fisica della Pizzolato.. !) , provocando la reazione-erezione delle palme che fanno da cornice alla scena e che si innalzano tutte ringalluzzite verso l'alto. L'effetto e' delirante,divertentissimo, ma fa storcere il naso ai puristi. Che sono altresi' irritati per il passaggio sullo sfondo di aerei da caccia e di una battuta fuori programma (Cosa sono ? -domanda Isabella . "Un segno di pace"- le risponde Taddeo). Non parliamo poi dell'arrivo nel secondo atto di una squadra azzurra di calcio, o di una serie di biciclette stile Giro di Italia che provoca un gigantesco incidente in cui i feriti vengono lasciati sull'asfalto e le biciclette portate via in barella. Sono talmente divertito che rischio di non ascoltare la musica, e allora si', realizzo che la regia di Fo e' fin troppo "prepotente", e' talmente piena di meraviglie e di gag divertenti da far correre il rischio di perdersi qualcosa. Ne fa le spese ad esempio il concertato finale del primo atto, dove i cantanti vengono investiti dal movimento coreografico dei mimi e dei ballerini di scena che provocano troppa confusione e stordimento. Il secondo atto mi e' sembrato piu' equilibrato e "rispettoso" nonostante le trovate pirotecniche di cui ho appena parlato. So che Fo e' stato contestato alla prima rappresentazione, onestamente trovo tutto un po' puerile e sterile. Rossini e la sua Italiana sono un capolavoro di divertimento assoluto, e Fo ne amplifica il gusto, il piacere e l'ironia. Una regia altrettanto riuscita e' quella di Mario Martone per il Torvaldo e Dorliska. Anzi, senza ombra di dubbio e' la migliore cosa in assoluto vista quest'anno. Il castello che Martone ha ideato e' infatti la stessa sala del Teatro Rossini, a cui i cantanti accedono dal palcoscenico aprendo e chiudendo un immenso cancello che lo allontana dal bosco in lontananza. Gli spettatori sono dunque dentro la scena, ed e' la scena di un film in cui mille cose accadono, combattimenti, scontri ,tentate violenze carnali, e via dicendo. All'inizio del secondo atto, nel momento della ribellione del servo Giorgio, dal loggione vengono fatti piovere dei volantini con la scritta "Viva R.O.S.S.I.N.I.", meravigliosa citazione del film di Visconti SENSO in cui la scritta VIVA VERDI spronava i sentimenti patriottici del pubblico in sala. L'opera, un primo esperimento rossiniano di teatro semi-serio, fa risaltare in modo straordinario le psicologie dei due personaggi interpretati da Pertusi e da Pratico', rispettivamente il Duca e il suo servitore Giorgio, e tutto cambia intensita' e spessore con un sapiente uso dello spazio e del movimento. Che Martone sia un regista di teatro e di cinema dotato di immenso talento lo si deduce immediatamente, cosi' come non sfugge il meccanismo perfetto di Luigi Squarzina creato per il buffissimo "La cambiale di matrimonio". Costumi e situazioni assolutamente perfetti, precisi come orologi, in un crescendo che ci toglie il fiato e ci riempie di divertito stupore. Tralasciando il noioso "Obbligo del 1 comandamento" mozartiano,che si riscatta per i 2 seni nudi in scena e per il solito collo da giraffa dei musicisti nella buca, ancora due parole per il "Viaggio a Reims" con i ragazzi dell'Accademia Rossiniana. Scena poverissima di Emilio Sagi, entusiasmo e carica esplosiva da parte dei giovanissimi interpreti. Confesso di avere pianto di commozione e invidia nel vedere "Saranno Famosi" di Alan Parker ; se al posto del film avessi assistito a quel tempo a questa rappresentazione mi sarei comportato allo stesso modo. I cantanti ?
Pertusi, Pertusi e ancora Pertusi. La sua interpretazione del Duca (un po' Nosferatu in verita') colpisce in pieno volto come uno schiaffo. Impressionante e perfetta. E ancora Bruno Pratico', la stratosferica Désirée Rancatore , il meraviglioso Bruno De Simone (un Taddeo irraggiungibile), i bravi Alex Esposito e Marco Vinco. La Pizzolato e la Takova con qualche riserva. Un pizzico di curiosita' verso la carriera di Maxim Mironov, e una preghiera, quella di ascoltarlo nella registrazione radiofonica che Radio3 fara' in differita della serata. Potrrebbero esserci delle sorprese. E cosi' tra seni e chiappe al vento, tagliatelle ai fagioli, pizze "scoreggione" (non sto scherzando, e' sul menu dell'Osteria C'era una volta) e goderecci aperitivi a base di ottimi salumi e prosecco e' bello fare tardi in queste serate pesaresi, dove le polemiche si sposano all'ottima cucina, all'ospitalita' degli abitanti, e alla brezza che viene dal mare. Tre giorni meravigliosi, con una meravigliosa letizia nel cuore di avere ritrovato una donna momentaneamente perduta in qualche parte nel mondo. E chissa' perche' tutto sembra girare per il meglio...
Sono cose che fanno dimenticare i piccoli malumori appena vissuti a teatro, in cui competenze di direttori di scena megalomani si scontrano con le normali necessita' di chi svolge il proprio lavoro piazzando microfoni per le registrazioni (mi raccomando sig.ri orchestrali, spegnete almeno voi il cellulare !!!! ). Sono contento, perche' vengo a sapere che sia dell' "Italiana in Algeri" che del "Torvaldo e Dorliska" sono stati realizzati due DVD, che prolungheranno il piacere provato nel vedere queste due opere. Gia', perche' il mio tour de force rossiniano mi ha portato ad assistere a ben 5 opere in 3 giorni, e le mille impressioni provate hanno bisogno del naturale tempo per potere decantare e lasciare una impressione piu' profonda. Andiamo per ordine. L'edizione di quest'anno si e' aperta con un presunto scandalo nell'avere presentato alcuni nudi gratuiti in scena, solo per il gusto di richiamare l'attenzione dei mass media (e aggiungo io per la delizia di qualche orchestrale dal collo lungo...). Anche Dario Fo, regista dell'Italiana in Algeri, sfrutta un divertente gioco di finti specchi per mostrare il seno di due comparse ( decisamente piu' in forma fisica della Pizzolato.. !) , provocando la reazione-erezione delle palme che fanno da cornice alla scena e che si innalzano tutte ringalluzzite verso l'alto. L'effetto e' delirante,divertentissimo, ma fa storcere il naso ai puristi. Che sono altresi' irritati per il passaggio sullo sfondo di aerei da caccia e di una battuta fuori programma (Cosa sono ? -domanda Isabella . "Un segno di pace"- le risponde Taddeo). Non parliamo poi dell'arrivo nel secondo atto di una squadra azzurra di calcio, o di una serie di biciclette stile Giro di Italia che provoca un gigantesco incidente in cui i feriti vengono lasciati sull'asfalto e le biciclette portate via in barella. Sono talmente divertito che rischio di non ascoltare la musica, e allora si', realizzo che la regia di Fo e' fin troppo "prepotente", e' talmente piena di meraviglie e di gag divertenti da far correre il rischio di perdersi qualcosa. Ne fa le spese ad esempio il concertato finale del primo atto, dove i cantanti vengono investiti dal movimento coreografico dei mimi e dei ballerini di scena che provocano troppa confusione e stordimento. Il secondo atto mi e' sembrato piu' equilibrato e "rispettoso" nonostante le trovate pirotecniche di cui ho appena parlato. So che Fo e' stato contestato alla prima rappresentazione, onestamente trovo tutto un po' puerile e sterile. Rossini e la sua Italiana sono un capolavoro di divertimento assoluto, e Fo ne amplifica il gusto, il piacere e l'ironia. Una regia altrettanto riuscita e' quella di Mario Martone per il Torvaldo e Dorliska. Anzi, senza ombra di dubbio e' la migliore cosa in assoluto vista quest'anno. Il castello che Martone ha ideato e' infatti la stessa sala del Teatro Rossini, a cui i cantanti accedono dal palcoscenico aprendo e chiudendo un immenso cancello che lo allontana dal bosco in lontananza. Gli spettatori sono dunque dentro la scena, ed e' la scena di un film in cui mille cose accadono, combattimenti, scontri ,tentate violenze carnali, e via dicendo. All'inizio del secondo atto, nel momento della ribellione del servo Giorgio, dal loggione vengono fatti piovere dei volantini con la scritta "Viva R.O.S.S.I.N.I.", meravigliosa citazione del film di Visconti SENSO in cui la scritta VIVA VERDI spronava i sentimenti patriottici del pubblico in sala. L'opera, un primo esperimento rossiniano di teatro semi-serio, fa risaltare in modo straordinario le psicologie dei due personaggi interpretati da Pertusi e da Pratico', rispettivamente il Duca e il suo servitore Giorgio, e tutto cambia intensita' e spessore con un sapiente uso dello spazio e del movimento. Che Martone sia un regista di teatro e di cinema dotato di immenso talento lo si deduce immediatamente, cosi' come non sfugge il meccanismo perfetto di Luigi Squarzina creato per il buffissimo "La cambiale di matrimonio". Costumi e situazioni assolutamente perfetti, precisi come orologi, in un crescendo che ci toglie il fiato e ci riempie di divertito stupore. Tralasciando il noioso "Obbligo del 1 comandamento" mozartiano,che si riscatta per i 2 seni nudi in scena e per il solito collo da giraffa dei musicisti nella buca, ancora due parole per il "Viaggio a Reims" con i ragazzi dell'Accademia Rossiniana. Scena poverissima di Emilio Sagi, entusiasmo e carica esplosiva da parte dei giovanissimi interpreti. Confesso di avere pianto di commozione e invidia nel vedere "Saranno Famosi" di Alan Parker ; se al posto del film avessi assistito a quel tempo a questa rappresentazione mi sarei comportato allo stesso modo. I cantanti ?
Pertusi, Pertusi e ancora Pertusi. La sua interpretazione del Duca (un po' Nosferatu in verita') colpisce in pieno volto come uno schiaffo. Impressionante e perfetta. E ancora Bruno Pratico', la stratosferica Désirée Rancatore , il meraviglioso Bruno De Simone (un Taddeo irraggiungibile), i bravi Alex Esposito e Marco Vinco. La Pizzolato e la Takova con qualche riserva. Un pizzico di curiosita' verso la carriera di Maxim Mironov, e una preghiera, quella di ascoltarlo nella registrazione radiofonica che Radio3 fara' in differita della serata. Potrrebbero esserci delle sorprese. E cosi' tra seni e chiappe al vento, tagliatelle ai fagioli, pizze "scoreggione" (non sto scherzando, e' sul menu dell'Osteria C'era una volta) e goderecci aperitivi a base di ottimi salumi e prosecco e' bello fare tardi in queste serate pesaresi, dove le polemiche si sposano all'ottima cucina, all'ospitalita' degli abitanti, e alla brezza che viene dal mare. Tre giorni meravigliosi, con una meravigliosa letizia nel cuore di avere ritrovato una donna momentaneamente perduta in qualche parte nel mondo. E chissa' perche' tutto sembra girare per il meglio...