Tuesday, May 18, 2010

Look out !



Ricordo d'infanzia: alle giostre mi piaceva un trenino ,del quale io mi mettevo puntualmente al comando. Bene, c'era un rettilineo che finiva con una curva a destra molto stretta, e mi affannavo a girare il volante perche' tutto potesse andare a buon fine. Ma gia' nella mia testa di bambino qualcosa protestava a gran voce: girare il volante non serviva a nulla, il treno - che procedeva su binari ben definiti- non aveva bisogno di un macchinista che gli dicesse dove andare. Cosi' mi mettevo fermo, con i piedi puntati nell'abitacolo e le mani lontane dal volante, ad aspettare la catastrofe che non sarebbe mai avvenuta ma..ma..alla fine del rettilineo, con il cuore in gola, la fronte imperlata di sudore e le mani quasi paralizzate, mi ritrovavo mio malgrado a girare il volante. Devo salvare il mondo - mi dicevo- non si sa mai. E' lo stesso principio che ho ritrovato negli episodi di Lost. Una sequenza numerica da digitare ogni 108 minuti, pena la distruzione del pianeta. Ovviamente quando questa non viene rispettata qualcosa succede: il pianeta non esplode, ma qualcosa di vero sotto sotto c'e'..probabilmente il forte magnetismo dell'isola subisce per questo errore una notevole alterazione. Cosi' a volte anche nella mia vita mi ritrovo a impormi certe cose che so non avranno importanza, ma che devo fare per non fare esplodere il mio mondo, e quando qualcosa succede per modificare la "sequenza" allora non rispondo delle conseguenze. Look out !

Monday, May 17, 2010

Metereopatia


ovvero come i cambiamenti climatici inflenzano il sistema neuro immuno endocrino.
Diciamo piu' semplicemente: questa primavera nata morta genera malumore,stanchezza e soprattutto irritabilita'. Ci si sente meno pazienti, meno capaci di lasciar perdere, di far scorrere i malumori dietro di se' senza lasciarsi coinvolgere piu' di tanto. Ah no, non si puo'. Forse e' solo un sintomo di stanchezza, fisica, mentale ed emotiva.
Ritrovarsi a fischiare generosamente (e con gusto) un regista lettone, con la voglia di seppellirlo di insulti, puo' esserne un sintomo. Ma qui davvero bisogna insorgere. Basta con le Carmen ambientate a Cuba che fanno la lap dance contro i pali della luce, basta con la lambada improvvisata da pessime comparse al posto della tradizionale seguidilla, basta con i toreri che diventano boxeur, e basta con i Don Jose' dell'ultimo atto piu' simili ai naufraghi dell'isola dei Famosi che a degli amanti disperati. Per non parlare del coro. La guida Gault & Millau di Parigi (meta' anni 70) che ho sempre conservato con la cura riservata ad un codice miniato recitava a proposito delle Folies Bergeres: "non ci sono parole per descrivere la noia dipinta sul volto delle ragazze", costrette ogni sera ad esibirsi in un triste carosello senza mutazioni di sorta. Bene, applico le stesse parole al coro: non ci sono parole per descrivere la sciatteria e la poca convinzione che questi signori hanno espresso durante la rappresentazione. Forse loro stessi consapevoli dello scempio a cui involontariamente stavano partecipando ? Lo spero, do' loro il beneficio del dubbio. Del resto in un Elisir D'Amore in cui si richiedeva particolare energia e divertimento sono stati quasi piu' credibili, nonostante l'inevitabile anacronismo per alcuni di loro. Lo spettacolo, carino e convincente, ha avuto ben altro risultato, a dispetto dei noiosi tradizionalisti. Ma che per Carmen si debbano ingaggiare registi da Riga per farci assistere ad uno spettacolo cosi' inutile ed esangue questo proprio non mi va giu'. Nel primo atto Carmen lancia il suo fiore, vera malia per il povero Don Jose' che ne cade vittima del potere e maleficio: qui non ci sono fiori, e cosi' si pensa bene di piazzarne uno su di una ciabatta, in plastica, che si spera non puzzi ne' di piedi ne' di made in China. Ma il sospetto esiste, e rimane...aspettando che il bel tempo risollevi l'umore e riporti un pizzico di serenita'...