Saturday, September 20, 2008

BARRIERS




Le lingue straniere vengono spesso accolte come fastidiose barriere tra la comunicazione dei popoli..non a caso il racconto biblico ne parla come di una punizione divina volta a disperdere gli edificatori della Torre di Babele. Per il sottoscritto, da sempre, sono oggetto di fascinazione. Fin da quando, tredicenne, formulai il desiderio di fare "da grande" il benzinaio sulla Costa Azzurra o il postino a New York :seduto nel "maggiolone" nero del fratello Flavio,dalle parti di Antibes, ascoltavo la radio al tramonto, e il francese mi sembrava la lingua piu' fascinosa e musicale del pianeta, porta segreta per un universo di cose nuove e diverse. Da allora la Francia mi e' apparsa come una cartolina postale..tutti gli stereotipi erano presenti nella mia composizione mentale della regione: l'elefantino Babar si mescolava alla Tarte Tatin e alla choucroute, l'odore del Pastis a quello dei fumetti di Michel Vaillant. Ma piu' di tutti, onnipresente, il personaggio di Tintin, eterno giovane senza passato ne' famiglia. Tintin sembra avere illimitate risorse finanziarie, che gli permettono di prendere l'aereo senza pagare il biglietto e viaggiare per il mondo cercando di capire i suoi abitanti e dare loro un contributo a migliorare. Un alter-ego ,quindi. Senza soldi, giovane di belle speranze, e una voglia illimitata di assaporare un pezzo di mondo che parlava una lingua piena di fascino e di mistero. Parigi ora ha un volto diverso,nonostante la sua radiosa bellezza. E' associata alla storia di separazione della coppia dei miei amici piu' cari, qualcosa di terribilmente devastante a cui non voglio piu' pensare. Credo di non averci messo piu' piede da allora, e non ne ho piu' voglia. Non avevo fatto i conti con la Corsica. La Corsica E' Francia. La lingua, le abitudini, i negozi, i mercati, i ristorantini che affollano le piazze, tutto TRASUDA Francia. E cosi' ecco ricomparire les moules,les frites, tutti i fromages de chevres che camminano da soli tanto sono forti di sapore e odore, le beaujolais negli scaffali delle enoteche insieme ai chateauneuf-du-pape piu' corposi e profumati, il persistente odore di aglio e di cipolla, comune tanto per le strade quanto-misteriosamente,a Parigi- nei corridoi delle metropolitane.
Cosi' si riaprono piccole ferite, nuovi pensieri riferiti a nuove conoscenze, si rispolverano i dizionari, si recupera una lingua persa dentro ad un cassetto e un po' arrugginita. Con il rischio di sforzarsi di avere un accento perfetto davanti ad un ristoratore italiano che gestisce un ristorante di "specialita' corse" offrendo vino del Chianti. Pazienza, il gioco vale la candela. Cosi', da Chez Leon, quando sulla madia dell'ingresso figura una foto autografata di Johnny Halliday, il cuore batte forte. Oui,monsieur,je connais la chanson. E ancora, a Pigna. Casa Musicale, un magico ristorante-albergo in un piccolo borgo medievale in cui le pietre incorniciano deliziose persiane azzurro cielo. Basta chiedere "Excusez-moi, où est la toilette s'il vous plait ? " per ritrovarsi davanti ad una meravigliosa ed esplicativa targhetta "CAGATECA". Raffinatissimo ed elegante modo per definire l'oggetto in questione. Latino ? Corso ? Je ne sais pas. Ma si entra con la soddisfazione di avere trovato un luogo di cultura, e magari di farne.
E' bello giocare con le parole, le parole sono importanti, come spesso ci si ripete.
Cosi' rimbalza alla mente un'altra immagine. Spiaggia di Santa Giulia. LUI,45enne bianco latte oramai volto all'ustione della prima esposizione prolungata al sole, si sdraia di fianco a LEI, 40enne con figlio al seguito, palesemente al primo appuntamento con il suo nuovo compagno che sta facendo di tutto per ingraziarsi lei e il figliolo. E' sdraiato di schiena, e le chiede di appoggiargli l'asciugamano sulle gambe, in modo da evitare ulteriori ustioni di primo grado. E il ringraziamento,carico di mille sfumature,desideri,progetti e paure e' il seguente : "Grazie, sei IMPAGABILE". Morale, ad un tipo cosi' avrei dato un calcio negli zebedei spedendolo sul canotto a remi alla volta dell'Italia... LEI non dice nulla, ma in cuor suo e' lusingata dalle mille attenzioni, da una ritrovata serenita', da un figliolo che sembra non essere insofferente alla presenza di un estraneo che sta con mamma', e sorride dolcemente. Cosi' la storia e' a lieto fine, e anche le parole false, altisonanti, spropositate hanno una loro felice cornice.
Mi domando se sono mai stato cosi' ossequioso con Ema, ma lei sa che sono piuttosto diretto,a volte perfino maldestro. O meglio, gentile si', ma con una sensibilita' molto diversa dalla sua. Anche ora,sdraiata sulla spiaggia,lei sta pensando ai suoi gattini che ha trovato all'ingresso del residence, e come sfamare la loro malnutrita mamma color cenerino. Io ho la testa piena di mille pensieri,confusioni,crisi di identita',proponimenti e quant'altro. Un'anima semplice (la sua) ed una contorta (la mia). Ma funziona, e la vacanza e' stata molto bella. Spiaggie polinesiane,acque cristalline, birre alla castagna, civet de sanglier preparati da cuochi indiani, irripetibili escursioni in battello con la macchina fotografica con batterie esaurite ( !!! ),arcobaleni, deliziosi kir o aperitivi al mirto, letti matrimoniali strettissimi che fanno rimpiangere quello di casa. La meravigliosa Bonifacio, con le sue falesie, o le acque verde smeraldo delle isole Lavezzi. Ricordi che devono bastare tutto l'anno, devono supportare le fatiche delle lunghe giornate invernali,delle attese sulle pensiline della stazione,della stanchezza del traffico,del lavoro che avvilisce. Duro compito davvero. Lo scopriremo presto..

Wednesday, September 03, 2008

ROF 2008


Ecco una copia della recensione apparsa domenica 17 agosto 2008 sul Sole 24ORE, per la prestigiosa firma di Carla Moreni.
La "signora" e' entusiasta, ed io piu' di lei. Mia moglie ha sempre paura,al termine di uno spettacolo,che i miei complimenti non siano del tutto sinceri, e che il mio entusiasmo spesso sia mescolato all'orgoglio che provo nel saperla tra le file dell'Orchestra.
Posso assicurare che per l'Ermione non e' stato cosi'.
La visione del Maometto II (funestato dalla pioggia che scendeva perfino dentro l'Adriatic Arena e a dieci cm dalla mia testa) mi aveva lasciato un po' indifferente..non tanto per la banale e tradizionale rappresentazione, innocua almeno quanto una figurina Liebig del feroce Saladino, quanto per la pesantezza di tutta la prima parte; per fortuna il colpo di coda finale della Barcellona e le ultime struggenti arie per la morte della protagonista hanno risollevato le sorti di uno spettacolo bello ma non memorabile.
Con Ermione l'impatto emotivo e' completamente diverso: di grande bellezza la musica e di assoluta perfezione la drammaticita' degli interpreti, che assorbono totalmente lo spettatore gia' colpito dal fortissimo impatto visivo.
Devo confessare di non amare molto l'Abbado family..le nefandezze di Daniele per il Flauto Magico diretto da suo padre fanno ancora storcere il naso a molti reggiani (e a molti sponsor !!)e il suo continuo uso di saliscendi,paratie,pareti mobili alla fine lascia sempre un senso di malcelata noia.
Non parliamo poi di Roberto..il suo Titano mahleriano ascoltato al Manzoni di Bologna mi e' parso un Titanic..ma qui le opinioni potrebbero essere diverse (c'e' chi suggerisce che l'opinione dello spettatore non sempre coincide da quello del musicista per una posizione di ascolto diversa..puo' darsi sia cosi', ma gli archi quella sera erano totalmente inesistenti)
Invece..invece..per l'Ermione e' successo un piccolo miracolo. Tutto funziona bene, l'orchestra ha suonato bene,le prime parti sono pulitissime, l'apparato scenico aggiunge spessore alla gia' forte drammaticita' della narrazione. Non parliamo dei cantanti in stato di grazia..insomma, davvero uno spettacolo importante.
Anche l'Equivoco Stravagante e' uno spettacolo ben riuscito e di grandissima godibilita', ho trovato l'allestimento strepitoso..quei peperoni Gamberotto pronti a conquistare il mondo rimarranno a lungo nella memoria, come il look alla Mario Carotenuto di De Simone..
Magica Pesaro, as usual :-) E l'imitazione che Masako fa della Barcellona, nel gesto di ipugnare il brando, annulla ogni barriera culturale e geografica, e strappa il miglior applauso della stagione !!