Wednesday, December 21, 2011

Il dissoluto im-punito


Non sono riuscito ad assistere all'EVENTO (?!) in diretta. Per fortuna essendo un pirata (ed un signore) l' ho scaricato con Emule,e finalmente ne ho preso visione. Devo dire che non mi e' piaciuto,per alcuni motivi. Antefatto: meno di un mese fa sono stato alla Scala per una "Donna del Lago" di Rossini con JD Florez, D Barcellona e Joice di Donato.
Direzione Roberto Abbado. Spettacolo visivamente brutto, che avrebbe potuto giovare di un'esecuzione in forma di concerto visto il cast stellare. Ma il vero problema e' stata una totale disomogeneita' di orchestra-coro e cantanti. Ho dato la colpa al fatto che fosse l'ultima replica, e come tale un minimo di rilassatezza tra gli orchestrali poteva essere comprensibile. Mia moglie dissente: questi signori sono stra-pagati, godono di privilegi che altri teatri non hanno, ecc.ecc. Inoltre, Abbado (Roberto) non ha un buon feeling con gli orchestrali. Lei, che ogni anno se lo ritrova a Pesaro come direttore, e quest'anno anche piu' di una volta, sa bene come l'orchestra debba spesso andare avanti senza seguirlo in modo pedissequo, riuscendo a mascherare i piccoli momenti di empasse . In Rossini, poi, queste cose sono terribili, ogni cosa deve funzionare come un'orologio di precisione. Dopo l'ascolto del Don Giovanni incomincio a pensare che qualcosa non funzioni tra direttore e orchestra,e forse anche tra direttore e cantanti, in senso generale. Passi le poche prove,ma qui davvero c'erano errori clamorosi di attacchi, di mancanza di intonazione, di tempi disomogenei, di cantanti poco sostenuti o eccessivamente corteggiati e cosi' via. La sig.ra Netrebko, al di la' di un presunto microfono nelle tette (che ho guardato per cercare di scoprire la verita' senza identificare nulla se non un po' di pinguedine) per me ha una voce bella, e mi spingo oltre, bellissima, ma alla prima proprio non ha cantato bene. Lasciamo perdere la famigerata "stecca" (voce interrotta), qui si parla veramente di intonazione.Acuti presi a fatica, nel centro voce troppo aperta e talvolta priva della nobilta' che il personaggio richiede.E per la cantante piu' stra-pagata del pianeta questo e' davvero grave. Sono stato male per Filianoti, che e' stato per un po' di tempo uno dei miei tenori preferiti (meraviglioso ricordo agli Arcimboldi in quel Mose' rossiniano ,dove l'omogeneita' del canto e la capacita' di passare da registri baritonali a tenorili apparirono miracolosi perfino al terribile Isotta), qui completamente uno spettro dei giorni andati. Terfel sgraziato e brutta dizione, ci sono Leporelli italiani che se lo mangiano in un boccone. C'e' chi lo accusa di volgarita', in effetti alcune cose sono state piu' gracchiate che cantate, e il fischio per l'invito alle maschere per la festa l'ho trovato tremendo almeno pari dei latrati finali nella scena della discesa all'inferno del Don Giovanni. La Frittoli,arrivata in scena con tanto di cameriera con trolley al seguito,e' stata costretta dal regista a fare cose immonde (va bene che la reazione di Elvira alla lettura del "catalogo" e' sempre un banco di prova per ogni regista -non parliamo della nefandezza proposta da Pizzi in cui Leporello si permette di fare sesso con lei mentre dice le famose parole "voi sapete come fa"- ma qui la poveretta e' costretta a comportarsi come una povera demente che deve confrontarsi con bionde,brune,maestose e piccine) anche lei con problemi di attacchi e intonazione. Giustamente tralasciamo ZerBina (noiosa) e Masetto (penoso), no comment. E poi la regia. Specchi riflettenti, gia' visto. Teatro nel teatro, gia' visto. Luci tagliate dal basso, gia' viste. Donna nuda che lascia il palco, no, questa non vista. Anzi, ho la memoria corta, deja vu pure quella e perfino in versione garbata. La Scala ripetuta ossessivamente, che diventa un incubo claustrofobico anziche' un omaggio al grande teatro, onnipresente. Insomma, un po' deludente,qualche pizzico di Baush-iana memoria (le sedie spostate alla Cafe' Muller)(o rubate alla scenografia di Cavalleria ?),le onnipresenti sottovesti...non mi e' dispiaciuto il passaggio alla festa in maschera, ben riuscito nei colori e nei tempi. E ovviamente il commendatore (il piu' nefasto tra i cantanti) tra le due cariatidi nel palco d'onore. Effetto ovviamente involontario. Il finale non l'ho capito, Don Giovanni trionfa su chi esprime giudizi moralistici ? Tutti in un gran nuvolone di ghiaccio secco (visto, visto visto !!! i cantanti che scorrazzano per la platea e scappano dai palchi, visto visto visto !!!!). Un'ultima domanda: perche' Donna Anna nella scena iniziale e' felice e gaudente ? E sono solo gli occhiali da sole che gli impediscono di riconoscere il suo violentatore e l'assassino di suo padre ?
Barenboin : incomprensibile nelle scelte dei tempi. Lento,tragico,pesante come un macigno.
Lo spettacolo merita per un unico motivo: Peter Mattei, bravissimo, soprattutto nella prima parte. Qualche scivolone nella seconda parte, forse perche' la voce non e' possente. Scopro con piacere di averlo visto a Milano al teatro Piccolo proprio nel ruolo di Don Giovanni (direzione Harding) una vita fa, almeno 10 anni fa o anche piu', con la regia di Peter Brook. Un palcoscenico a forma di ring,e alla fine di ogni aria i cantanti si mettevano ai bordi seduti su delle sedie in paglia aspettando il loro turno. Spoglio, essenziale, bellissimo. Meglio sicuramente di questo pasticcio di Carsen. Forse le non regie sono davvero le migliori. Del Don Giovanni amo quella di Strehler e quella di Losey, se di regia si tratta,ma questa di Milano proprio e' destinata a scomparire nel dimenticatoio, e speriamo senza resurrezioni.