I fili del fare, i fili della vita

" Ho conosciuto Antonella prima come amica e poi come artista. Adesso non posso piu' pensare l'una senza l'altra, e quell'umanissima sensibilita',quell'attenzione composta,quel gesto garbato e sicuro che ho scoperto nella prima, li ho ritrovati ben presto nella seconda.
Il suo e' fare appassionato nel quale pensare ed agire divengono tutt'uno, e ha il suo senso piu' intimo proprio nel prendere forma e vita,nel proprio mutevole e precario divenire. Alle strade maestre e ben tracciate, ella preferisce quei "sentieri interrotti" che non conducono ad una meta ben definita, ma all'improvviso sbucano in luoghi non battuti; per chi nel bosco vive, lavora e si sente a casa propria, tali percorsi non riflettono pero' un girovagare ozioso ma l'esser-ci stesso, il muoversi tra cose familiari ed amiche, l'abitare a contatto con esse. Che cosa e', infatti, larte della tessitura se non includere cio' che e' "altro", legandolo con il quotidiano, come sosteneva Platone nelle sue Leggi ? Lungi dall'essere una semplice pratica manuale o un hobby, come fare del cucito o del bricolage, essa presiede a un sistematico intreccio di tutti i fili in un tessuto denso e compatto, in cui ogni elemento isolato trova posto e significato, e la liberta' incontra il destino. Il risultato e' una fitta trama di esili vincoli che annoda l'ordito delle necessita' alla casualita' dei fatti, l'erranza delle cose alla permanenza del loro essere nell'uomo, e cosi' adombra la nostra stessa vita, molto piu' accidentale e fragile di quanto la definitezza delle nostre parole o la presunzione del nostro intelletto vorrebbero far credere.
Questi intrecci uniscono la forza della terra alla leggerezza del cielo, e sono eposti all'aria e al vento (anemos) come al soffio dell'anima. Essi segnano con il loro svolgersi l'accadere delle cose: i fili si tirano e si spezzano, inglobano altri materiali- lacerti terreni di vita quotidiana- e li abbandonano, cambiano colore,forma e struttura, ma suc-cedono sempre gli uni algli altri,perche' cosi' deve essere chi tesse i propri sogni insieme ai fili della vita. La puntualita' di cio' che appare rende palpabile il velo eterno che tutto avvolge, e l'opacita' di cio' che e' presente lascia indovinare lo spazio di quell'assenza da cui trae il suo senso l'esistere,come l'ombra dalla luce. Cosi' l'azione concreta e manuale che muove questi fili, pur cosi' semplice e dimessa, diventa come l'attrito della materia per la colomba di Kant, la quale non solo non volerebbe meglio e di piu' senza di esso, ma non potrebbe nemmeno alzarsi da terra." Giuliana Bartoli
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