Wednesday, May 28, 2008

The CAGE train



Siete tra quelli che accusano un diplomatico mal di testa ogni volta che qualcuno vi invita a vedere le diapositive delle vacanze ?
Io no. Forse perche' sono curioso di natura, o forse perche' ho grande stima della bravura dei miei amici in fatto di fotografia. O forse perche' spero sempre in un colpo di genio, come quello capitato alcuni anni fa a casa di G.B.
Dopo una bella sequenza di immagini newyorkesi e relativa-immancabile colonna sonora a base di Gershwin e jazz, ecco la provocazione: su musiche di John Cage (4'33'', datato 1952) ecco una serie di telaietti vuoti. Performance perfetta: su di un brano di totale silenzio ecco immagini inesistenti, solo il bianco accecante della luce del proiettore ad illuminare il muro.
La squisita accoppiata non piacque molto all'amico Andrea, forte sostenitore della non-musica di Cage; credo tuttavia che perfino al suo autore la cosa non sarebbe dispiaciuta. Proporre 4 minuti e 33 secondi di perfetto silenzio, o non-silenzio (dando quindi una durata precisa al "brano") e' di per se' un'operazione di forte impatto teorico: tutto cio' che ci circonda e' suono,musica, a partire da una finestra che sbatte, un cigolio di una porta, il colpo di tosse di un passante, il rumore del vento tra le foglie. John Cage rivendica il potere assoluto dell'ascoltatore rispetto all'esecutore. Dopo averlo "disturbato" con brani per pianoforte preparato (inserendo tra le corde oggetti di ogni tipo per distorcere il suono naturale) ecco che si arriva alla suprema provocazione del silenzio. E nel 1978, tra le vie di Bologna, vedere John Cage passeggiare in tutta tranquillita' mi diede l'impressione di avere incontrato un genio assoluto (stessa cosa per Philip Glass a New York, anche se in quell'occasione ho perfino avuto la sfacciataggine di pedinarlo).
Dopo 30 anni esatti Bologna ripropone un festival della provocazione: "Take the Cage Train 1978-2008". Di quella straordinaria esperienza di musica in movimento il sottoscritto ha un ricordo in prima persona. Ai nipoti si potra' raccontare "IO C'ERO". Ma l'evento che trasformo' nel 78 i vagoni ferroviari di un treno in una sorta di strumento collettivo fu ai miei occhi (e orecchie) di studente universitario una gigantesca delusione. Al di la' di qualche evento collaterale (ad es. bande del paese ferme alle fermate) non vi fu assolutamente nulla di memorabile, se non lasciato alla fantasia e creativita' dei presenti. Insieme all'amica Carla, presi dallo sconforto di una simile nullita',arrivammo perfino a tessere una tela di ragno di fili colorati tra un sedile e l'altro, e incollare sull'ultima porta dell'ultimo vagone un cartello con scritto "spingete piu' forte, e vi ritroverete in paradiso" (prontamente rimosso dopo che qualcuno aveva perfino preso la porta a spallate credendo di trovare chissa' cosa).
30 candeline accese quindi su questo festival del nulla, che si tinge di malinconica nostalgia per un tempo in cui perfino il nulla era qualcosa di nuovo ed insolito.
La tentazione di riprendere il treno di Cage e' forte ma totalmente disturbata da due cose: 1) ho riacquistato il piacere di ascoltare musica "concreta" 2) faccio il pendolare ogni santo giorno, e un ulteriore viaggio in treno aggiunge stanchezza e irritazione ( soprattutto ogni qualvolta il treno accumula forti ritardi).
Alvin Curran,per anni collaboratore di Cage, ha detto : "se John fosse qua, ora, sarebbe al centro del concerto, ridendo come un matto". Chissa' se Cage ha mai fatto il pendolare in vita sua..

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