Tuesday, May 06, 2008

All'amico Guido

Di tanti terribili vizi me ne riconosco uno piu' grande degli altri: non capisco le cose che mi circondano a meno che non ne faccia esperienza diretta. Ovviamente con tutto quello che ne consegue, nel bene e nel male. Spesso la curiosita'o il desiderio offuscano la mia capacita' di ragionare in modo sano ed equilibrato, e ne devo spesso pagare le conseguenze. E ancora,nelle piccole cose, devo pagare lo scotto di mettermi sotto il microscopio per analizzare tutto, capire ogni mia singola reazione, cercare di portare alla luce ogni mia motivazione. Lavoro impervio, e tremendamente concentrato su se stessi. Ahime', in questa sorta di eterna vivisezione a cui sono sottoposto, e che spesso viene meno all'essere piu' altruisti e positivamente aperti agli altri, c'e' comunque una cosa in cui faccio piu' fatica a scrutare i miei sentimenti: la morte. O meglio, l'idea della morte, perche' fino ad ora non ho avuto modo -fortunatamente- di provarne in prima persona l'impatto emotivo. Non sono cosi' privo di sentimenti da mostrarmi cinico o freddo quando un lutto mi sfiora, ma i miei genitori ultraottantenni sono ancora in vita, le persone a me vicine continuano a starmi vicino nonostante problemi e disavventure, e anche quando capita di perdere un'amico "per strada" tutto cio' avviene senza la sofferenza di sapere che l'affetto verso di lui/lei e' mutato. Davvero la morte mi e' lontana, anche se non mi e' lontana l'idea di mostrare empatia verso chi deve subirne le tristi conseguenze. Silenzi, solitudini e difficolta' sono cose che conosco, e che temo come chiunque altro. E soprattutto esiste la paura. Una paura della sofferenza, nostra e di chi ci sta vicino. Una naturale paura che nemmeno la fede puo' sconfiggere del tutto, perche' tiene conto dei sentimenti propri di ognuno di noi. Piangere e' naturale, cosi' come a volte disperarsi. Essere senza speranza pero' puo' gettare nello sconforto piu' totale. Ed e' per questo che ogni giorno mi viene da ringraziare un Creatore che non mi ha lasciato senza indicazioni, che non vuole e non permette che io sia "inghiottito" dalla depressione piu' cupa. Non mi e' difficile parlarne con chi sente su di se' il dolore di una recente ferita, soprattutto nel momento in cui questo accade, ma capisco che anche il conforto e la comprensione hanno i loro tempi. Esiste invece una cosa che va oltre il tempo ,ed e' l'amore. Un amore che copre ogni cosa, ogni errore, ogni piccola goffagine, i nostri piccoli imbarazzi, la nostra incapacita' di dire le parole giuste e mostrarsi vicini. Ed e' questo volerti bene che oggi mi porta ad essere triste per cio' che ti e' capitato. Avremo modo di stare vicini, e di parlarci ancora. Riscontrare che le nostre parole hanno una loro dimensione anche fisica, oltre che un bel suono. Ti abbraccio, fortemente.

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