Saturday, June 17, 2006

Sasha Waltz - Reggio E. / Ferrara


Sasha Waltz e' da qualche tempo una figura di spicco della scena coreografica internazionale; co-direttrice per alcuni anni della Schaubuhne di Berlino (il teatro di Peter Stein), si trova ora in Italia con la sua compagnia per alcuni appuntamenti tra cui il DIDO AND AENEAS della stagione lirica del Teatro Comunale di Ferrara. Il suo linguaggio, erede di un teatro danza che privilegia posture incisive, scene intimiste e potenti movimenti d'insieme, non e' privo di fascino, soprattutto nella straordinaria capacita' di coinvolgere nel processo di creazione il gruppo degli interpreti. Ho sempre amato un certo grado di improvvisazione fin dai tempi in cui, nell'angusto teatrino di San Prospero, frequentavo i corsi di teatrodanza di Giovanna Marinelli e apprezzavo di essere io stesso protagonista e creatore di cio' che veniva eseguito sulla scena. Molto interessante, nel caso di Sasha Waltz, questa continua ossessione della ricerca di un "equilibrio" cercato in continue prese, appoggi di peso, creazione di gruppi di insieme in cui la stabilita' precaria delle posizioni viene compensata dalla figura che si crea sotto i nostri occhi. Nella fusione tra movimento, musica e parola, nella volontà di una comunicazione sempre più profonda e coinvolgente, nel desiderio di rendere la danza qualcosa che assuma un valore quasi "politico", il teatrodanza continua con la Waltz un percorso forse arrivato alla sua fine ma pur sempre capace di toccare in modo efficace cuore e cervello . Questi i lati positivi, veniamo alle note dolenti. Gia' nell'ultimo spettacolo visto a Bologna di Pina Baush erano molto evidenti alcuni lati piuttosto insoliti riguardo la drammaticita' del passato: ironia, sarcasmo, candore, humor, nonsense prendevano il posto dei movimenti dolorosi e soffocanti che avevano reso celebri i primi lavori della coreografa (Sagra e Cafe Muller in testa). La stessa cosa avviene negli spettacoli della Waltz, da molti definita piu' "ironica e spirituale" della Baush. In Dido and Aeneas assistiamo ad un intermezzo nonsense caratterizzato da costumi molto appariscenti ed oggetti "irriverenti" (giocattoli in plastica,racchette da tennis,pupazzi di pelouche) che termina in un'improbabile lezione di danza esercitata da un altrettanto improbabile maestro pronto a confondere lingue,movimenti (e aggiungo io: spettatori). La domanda a questo punto e' inevitabile: a cosa stiamo assistendo ? Ad uno spettacolo di lirica (piuttosto confuso) o ad uno spettacolo di danza noioso ed irritante ? Che l'aspetto visivo possa agiungere fascino ad una partitura cosi' intima come quella di Purcell non c'e' dubbio, ma perche' creare rumore o confusione specialmente nei momenti piu' intimi e delicati ? Durante il "Remember me" una quinta del fondale viene sollevata con un terribile rumore di sottofondo, o durante un'altra aria del soprano i ballerini sono sdraiati a terra battendo ritmicamente i piedi creando pura irritazione... a volte si ha l'impressione che la coreografa voglia aggiungere sempre e comunque qualcosa : anziche' procedere per sottrazioni va avanti moltiplicando attori,danzatori e cantanti creando disorientamento e confusione. Anche i movimenti (alcuni di grande impatto visivo) vengono sfruttati fino alla noia, facendoci imparare l'intero universo coreografico nel giro di pochi minuti. E cosi' realizzo che entrambi gli spettacoli visti ( Gezeiten , Reggio Emilia, e Dido and Aeneas, Ferrara) sono spettacoli incompleti, in cui buone idee si mescolano ad altre in cui si e' completamente perso gusto della misura e del tempo (basti pensare alla durata improponibile di Gezeiten in cui per rappresentare il caos si e' ricorsi nell'arco di un'ora e tre quarti alla distruzione dell'intera scenografia). Il pubblico di Ferrara, stranamente entusiasta, ha dalla sua parte una grande familiarita' con la danza contemporanea, e probabilmente era stato avvertito di cio' che stava per vedere ; per il sottoscritto, arrivato dopo quasi tre ore di incolonnamento in autostrada, vedere uno spettacolo di danza non riuscito al posto di un'opera lirica ha creato solo malumore e perplessita'. Ad majora.

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