Thursday, June 01, 2006

Fili sottili


Un filo sottile lega il recente Nabucco visto a Bologna ed i miei pensieri di questi giorni. E' il Giappone. Il taglio elegante, raffinato, misterioso che Oida ( attore-filosofo) dà all'opera verdiana si sposa ad un'immagine lontana, indecifrabile, di un paese che continua ad essere a me totalmente sconosciuto. Emanuela e' a Tokio, in questi giorni . La sento al telefono, e la sua voce e' talmente nitida da annullare ogni distanza. Sembra quasi che tutto cio' si svolga in un non-luogo, in una dimensione dai contorni indefiniti. Le ho mandato un mazzo di fiori, a me invisibili, e cio' aumenta la mia confusione. Non riesco a collegare spazi,volti,situazioni, non ho riferimenti visivi, sono totalmente disorientato. Eppure mi sostiene un sentimento forte, che si nutre di piacevoli sensazioni, sogni, speranze, idee, ed un' invisibile presenza.
Stasera alla radio c'era un concerto -registrato - in cui lei suonava. Io in macchina, in movimento, la radio che trasmetteva da Roma, e lei in Giappone. Una sensazione stranissima di assenza-presenza, come se tutto fosse sospeso nell'aria...
Una piccola nota stonata: la recensione su Operaclick del Nabucco e' vergognosa. Non solo manca di competenza sulle voci ascoltate, ma e' totalmente priva di intendimento su cio' che la regia ha voluto esprimere. Continuare a divertire un pubblico con riferimenti beoti solo per suscitare facile ilarita' non fa parte di una critica che aiuti a capire. Parlare di Star Wars o del Grande Fratello -come fa Filippo Tadolini nella sua recensione -lo si puo' fare tra amici, davanti ad un bicchiere di vino, non in un sito che dovrebbe aiutare la lirica ed il suo pubblico ad avere idee chiare e validi strumenti di comprensione su quanto visto ed ascoltato. E il Nabucco bolognese, con il suo sguardo all'oriente, e' tutt'altro che banale o impenetrabile...

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