Thursday, June 09, 2011

Suggestioni a lume di candel(ina)




"Se gli affari vanno male, il corpo non deve patire", dice il proverbio.
Ovvero: se alle cose che non vanno aggiungiamo pure la dieta è la fine!! E poi se è vero che si è quello che si mangia , quanto siamo belli!!! In questo momento sono un mix di ricotta, a meta' tra un cannolo e una cassata.
Una full immersion di 4 giorni a Palermo,in una terra straordinaria dove c'è talmente tanto da vedere e assaggiare, parte inevitabilmente da un albergo elegante e sfarzoso, di gattopardiana memoria. Dietro la porta d'ingresso, una hall che evoca storia,piena di marmi, scale, vetrate, statue e colonne, e una fontana centrale da cui spicca il busto di Wagner (e' certo che il compositore ha terminato il Parsifal proprio in questo hotel). Non e' facile portare avanti la titanica impresa di gestire un albergo di lusso con oltre 170 stanze, con spazi comuni di grande bellezza e con un passato cosi' illustre. Il Grand Hotel et des palmes riesce bene nel permettere al visitatore di goderne il fascino, e procede intrepidamente nonostante i tempi difficili, i visitatori in ciabatte e la sottile fatiscenza della citta'. Stanze ampie e comode con soffitti alti di grande respiro e dotate di letti enormi con lenzuola immacolate e bei tessuti,ottima insonorizzazione, personale gentile,ecc.ecc. L'unica pecca e' il momento della colazione, dove ci si sente totalmente persi nell'immensa sala degli specchi sperando che un cameriere abbia la compiacenza di notarci...e piu' di una volta le ordinazioni non arrivano al tavolo giusto. Il guaio di queste strutture cosi' grandi e' che non puoi pensare di "sentirti a casa", ma sperare almeno in un soggiorno tranquillo, e cosi' e' stato...del resto le ombre di Wagner,Wilde e Guy de Maupassant meritano almeno un piccolo compromesso in termini di accoglienza. E il cibo ? il cibo ? La bella stagione invita a frequentare i locali vicino a Piazza Marina, in cui l'atmosfera spesso supera la qualita' delle portate; dopo un'esperienza in parte deludente in uno di questi locali abbiamo trovato un'indirizzo da non sottovalutare: Donna Ina, in una parte del lungomare non frequentato.
Immediatamente dopo la porta d'ingresso, sulla sinistra e allineati insieme a meravigliose bottiglie di ottimo vino, ci sono due libri di cucina del maestro Sadler. Non ci si stupisce quindi se la preparazione dei piatti, la loro bella composizione, e gli abbinamenti un po' innovativi rimandino immediatamente alla corrente moderna del famoso chef milanese, e facciano di Donna Ina un posto interessante . Ottimo il pre-antipasto, e buonissime le capesante grigliate su purea di mele aromatizzata al cardamomo. Buoni i bigoli ai ricci e nero di seppia, con un'ottima composizione cromatica,e splendide le bavette al pesce aromatizzate al timo. Abbiamo proseguito con un dentice in crosta di sale molto gradevole e un semifreddo di pistacchi e miele di nespolo davvero speciale. Una bella serata, con un piccolo neo : i pochi tavoli nella veranda esterna, pur godendo di una bella vista sul mare e sul profilo del monte Pellegrino, sono totalmente immersi nel buio. Poco migliora la candelina sul tavolo, gran parte della bellezza dei piatti si perde in una semioscurita' un po' penalizzante. Suggestioni alla luce di una fioca candelina...

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